Era estate…

(Mimmo Caruso)

Cappuccino

«Non mi guardare, ché devo fare una cosa …»
A questa frase seguiva sempre un sorriso: era un invito ad osservare con attenzione quello che faceva.
Le mani afferravano quattro bustine di zucchero, che straripavano tra le dita come un pugno di caramelle tra le mani di un bambino.
E’ incredibile come la schiuma di un cappuccino ben fatto riesca a tollerare il peso di ben quattro bustine di zucchero.
Centinaia di granelli in sospensione su migliaia di piccole bolle.
Frammenti di cristallo su vele di vetro.
Ogni granello ormai ambrato, sembrava sabbia. La stessa sabbia che fino a qualche ora prima disturbava i nostri baci.
Un ferragosto senza falò.
Una maglia ceduta.
Un abbraccio prolungato per dimenticare l’umidità della notte.
Tutto sospeso in migliaia di bolle.
«Ora che fai? »
«Mi mangio la schiuma! »

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