In attesa della notte 0 (che numero è?)

(Carmelo Fucarino)

Allora.
Negli anni delle verdi attese
le albe che si incendiavano
nel rosso d’aurora
sulla collina del nocciolo.
E poi il pettirosso
amante di Cristo
sul gelido candore
della recente nevicata
saltellava a gara
col passero ladrone.
E le voci si avvolgevano
nell’aria di ovatta
e il gatto sorrideva
nei suoi sogni sul cuscino.

E restava nell’aula gelida
del liceo Baccelli
il filosofo venditore
del poeta tenebroso,
“Almanacchi, almanacchi,
almanacchi nuovi,
lunari nuovi”.
E la sua vita a caso,
“la vita che è cosa bella,
ma non quella passata,
ma la futura”.

Erano nelle notti dell’attesa
i numeri segnati
con l’umile lenticchia
al caldo dei bracieri.
E l’ululare del vento
e la voce chioccia
della zia Annicchia
che smorfiava i numeri
ciascuno una sorte
e un desiderio deluso.

Speranze speranze!!
che inondavano il cuore
nell’ultima notte.

Nelle strade di Palermo
sfarfallanti di colori
presepi di sacchi di plastica
offesa per il povero di Betlemme
dall’uomo svanito
senza sogni e senza speranze.

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