Intervista allo storico Pasquale Hamel

(a cura di Gabriella Maggio)


Sui Normanni e sulla fondazione del Regno di Sicilia, si è spesso favoleggiato cogliendone soprattutto gli aspetti di facciata e lasciando in ombra i grandi mutamenti che la loro presenza ebbe a determinare. I numerosi e pregevoli studi che ne hanno tratteggiato il profilo storico sono poi stati condizionati da letture troppo spesso parziali o di parte che ne hanno viziato i termini interpretativi per cui, si potrebbe dire, che ci si trova di fronte ad un campo tutto da arare-

Proprio questo compito si è imposto Pasquale Hamel, storico di lungo corso già autore del pregevole “Adelaide del Vasto” edito da Sellerio nel 1997, che ha pubblicato per i tipi della Nuova Ipsa editore il volume “L’invenzione del Regno, dalla conquista normanna alla fondazione del Regnum Siciliae (1161-1154) “che ha rivisitato quella che, potremmo definire l’epopea normanna.

A lui chiediamo intanto cosa la ha indotto a intraprendere questa rilettura storica.

HAMEL: Mi occupo da tempo di storia medievale e soprattutto di storia della Sicilia medievale. La mia attenzione si è concentrata soprattutto sull’arco temporale che parte dall’XI ed arriva al XIV secolo. Anni cruciali per l’isola, anni nei quali maturano tutte le variabili di carattere storico, politico e perfino culturali  che hanno condizionato lo sviluppo della Sicilia. E proprio esaminando quegli anni, mi sono accorto della insufficienza delle letture che fino ad ora se ne sono fatte.

D. Insufficienze, in che senso ?

HAMEL: Nel senso che le stesse sono state in un certo qual modo condizionate dalle culture di coloro che si sono fatti carico dell’impegno. Non ho molte riserve ad affermare che questi storici hanno troppo spesso prestato il fianco alla parte.

D. Parte come partito ?

HAMEL: In un certo senso. Mi spiego. Si tratta di un vero e proprio condizionamento ideologico che ha avuto effetti devastanti per l’apprensione della verità storica.

D. Ma come è possibile che sia avvenuto questo, si tratta di vicende troppo lontane nel tempo.

HAMEL: E’ vero, sono vicende lontane nel tempo, eppure significative per le ricadute che hanno nell’oggi. Mi spiego, trovare un fil rouge che giustifica talune scelte rispetto ad altre è sempre stato obiettivo di chi vuole affermare un potere. C’è sempre, in ogni tempo, uno spasmodico desiderio di ricerca di legittimazione, anche le più esecrabili leadership hanno fatto riferimento ad un momento legittimante.

D. Le chiedo, in poche parole, cosa intendessero fare gli storici di cui parla.

HAMEL: Chi nel nostro Paese si è occupato dei Normanni è stato, in gran parte appunto influenzato da ideologie laiciste e anticlericali per cui ha messo  sotto cattiva luce o ha ridimensionato i periodi e le storie che sono state segnate dalla presenza positiva del fattore religioso o della Chiesa. I Normanni sono stati, nel bene o nel male, i protagonisti del ritorno dell’isola  nell’alveo della cristianità. Quella normanna viene infatti considerata, ed io dico con buona ragione, una Crociata, per un laicista, per un anticlericale una tale operazione costituisce peccato mortale. Ecco allora l’operazione di demolizione o ridimensionamento operata da questi storici.

D.Come hanno potuto realizzare una tale operazione ?

HAMEL : La chiamerei meglio ancora, “impostura”. Il periodo normanno, è stato il periodo forse più glorioso della storia di Sicilia, il periodo dal quale si dipana una storia originale ed unitaria. I Normanni unificano la Sicilia, le danno identità, costruiscono quella che poi sarebbe stata la “nazione siciliana”. Questo sul piano culturale, su quello militare ed economico, realizzano altri miracoli. La Sicilia normanna è riferimento fondamentale, direi centrale, nell’assetto geopolitico mediterraneo, ma è anche una grande potenza economica con una agricoltura avanzata, con uno sviluppato artigianato ma, anche, segnata commercio.

Ecco allora che l’impostura si sviluppa attraverso l’esaltazione del periodo precedente, il periodo arabo come età del sole, e del periodo successivo, quello svevo, meglio noto come federiciano.

La realtà è invero ben più modesta, se letti nella giusta ottica, quei periodi non sono stati pari a quello normanno. Addirittura si confonde il periodo Svevo con quello normanno traslando, con un’operazione poco corretta le virtù del periodo normanno in quello svevo cioè in quel tempo in cui la Sicilia da centro del Mediterraneo diviene periferia dell’impero.

D. Sconvolgente !

HAMEL: Per nulla, operazioni del genere sono avvenute più volte nella storia. Un altro caso eclatante a noi vicino è quello della dinastia Borbone che gli storici del Risorgimento in modo malizioso hanno bollato come oscurantista e antimoderna.

D.Le sue interpretazioni, il suo libro, desteranno scandalo e metteranno in crisi tanti di noi che avevamo una certa idea della storia.

HAMEL : La storia è anche ricerca della verità e ad essa non possiamo sottrarci. E poi, in un’epoca in cui lo scandalo è parte della nostra quotidianità, perché dovremmo impaurirci se qualcuno ci sbatte in faccia una verità che non è figlia dei soliti luoghi comuni !

0 pensieri riguardo “Intervista allo storico Pasquale Hamel

  • 1 marzo 2010 in 04:04
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    Bravo Hamel.

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