Un modo insolito di affrontare la legalità con i nostri ragazzi, la ricerca storica (2)

(Prof. Patrizia Lipani – Responsabile del progetto)

DESCRIZIONE DEL PROGETTO

Il progetto ha avuto inizio con la ricognizione del fondo archivistico e ha coinvolto circa 20 ragazzi che nelle vesti di indagatori del passato con guanti e mascherine si sono impegnati a riordinare ed inventariare il materiale documentario di importanza storica ritrovato tra le scartoffie di uno sgabuzzino. Le fasi successive hanno permesso di far comprendere agli alunni che  il documento può essere utilizzato come testimonianza e fonte di interpretazione della realtà e delle sue trasformazioni, di rielaborazione dei dati acquisiti attraverso l’attività di raccolta, intraprendendo un percorso di crescita culturale e professionale attraverso la valorizzazione del bene storico e attraverso l’acquisizione dei concetti sviluppati durante il percorso formativo del laboratorio di archivistica e del laboratorio della legalità, momento utile per la comprensione dei documenti  e  delle norme la cui applicazione essi riflettono. Il recupero e la comprensione dei documenti ha posto le basi per lo svolgimento di un’attività didattica trasversale rivolta a valorizzare le connessioni esistenti fra la storia e il diritto. Ogni avvenimento storico è stato compreso attraverso il giusto raccordo con la realtà giuridica del periodo. Il riconoscimento dell’importanza dell’istruzione è emerso attraverso il lento lavoro di analisi delle fonti archivistiche, attraverso la legge del 1859 (legge Casati) poi quella del ’23 (legge Gentile) sino al riconoscimento costituzionale del diritto allo studio come diritto sociale, diritto della persona che lo Stato deve garantire per lo sviluppo personale dell’individuo e del cittadino consapevole delle proprie scelte. Dall’analisi dei primi volumi sono emersi i primi dati relativi al diverso criterio di valutazione tra alunni di sesso differente, lo studio stesso delle materie in età fascista, lavori donneschi,cultura militare e cultura fascista, ha evidenziato come l’istruzione in assenza di democrazia, asservita al potere, non può dar vita a un cittadino consapevole. La ricerca è diventata in tal modo il fine della nostra attività per la ricostruzione storica dell’Istituto e del territorio ma anche il mezzo per individuare figure di rilievo della storia palermitana. Un nome in particolare ha reso emozionante la nostra ricerca, quello di Giuseppe Puglisi  parroco martire di Brancaccio, alunno del nostro Istituto nel biennio della sez.C, negli anni ’52, il quale ha lottato per i principi della legalità appunto e  attraverso la denuncia dei soprusi e dei misfatti degli esponenti locali del potere mafioso ha cercato di dare forma al sentimento religioso e spirituale e alla coscienza morale di coloro che onestamente hanno cercato di intraprendere il giusto cammino per il riscatto sociale educando ai valori della cultura, del rispetto e della convivenza, mettendo in gioco la sua stessa vita.

E allora con l’esempio encomiabile di Don Pino Puglisi, tra le tante valutazioni scolastiche, di fronte al suo nome, fra i tanti  sommersi nel buio dell’ignoto,tra il bagliore di quella luce che si è intensificata attraverso  la storia, la sua storia di vita, ci sentiamo in dovere di sottolineare ai nostri alunni,senza mai perdere l’entusiasmo proprio del  ricercatore, che la legalità è prima di ogni cosa il senso di responsabilità che affiora da ogni gesto della nostra vita quotidiana,è prendere consapevolezza dei nostri diritti e dei nostri doveri come diritti degli altri,ma soprattutto è garantire in egual misura a tutti i cittadini indistintamente l’istruzione,la formazione,la sicurezza, l’opportunità di lavoro e di occupazione al fine di sentirsi membri attivi della società.

E’ tuttavia importante sottolineare come questa esperienza scolastica sia risultata significativa, per i ragazzi, non perché al di fuori del normale fare scuola quotidiano, ma perché ha trovato spazio all’interno del sapere storico che è di pertinenza della loro formazione di studenti e, soprattutto, di cittadini. Il progetto, in altri termini, ha fatto apparire in un una luce nuova la storia, costituendo la giusta premessa per una rimotivazione all’apprendimento di una disciplina che solitamente viene sentita dagli studenti distante dal loro vissuto.

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