Il gossip ha una lunga tradizione

(Gabriella Maggio)

J.A.D. Ingres “Monsieur Rivière

Nel Domenicale del Sole 24 ore di domenica 7 marzo 2010,  Sergio Luzzatto , recensisce “ Il diavolo nell’acquasantiera” ( dovrebbe essere press’a poco questo il titolo in Italia), saggio di un insigne storico americano, ROBERT DARNTON, direttore della Harvard University Library, ancora non disponibile in Italia. Il saggio ricostruisce la letteratura scandalistica francese nel ‘700. Quel secolo non è soltanto caratterizzato dagli autori, che per la forza innovativa e progressista delle loro opere   ricordiamo come i fondatori della cultura  e della società moderne,  cioè Voltaire, Diderot, D’Alembert, D’Holbach ed altri, ma da tanti tanti autori, minori e talvolta  ben più che minori,  di pamphlet,  vietati dalla censura, eppure molto diffusi e letti  in ogni angolo di Francia e da tutti i ceti sociali. Ed evidentemente molto redditizi. A volte l’autore veniva identificato ed imprigionato alla Bastiglia, a volte gli esecutori della giustizia si mettevano in affari col ricercato, a volte  qualcuno , messo sull’avviso, fuggiva in Inghilterra, dove con maggiore tranquillità continuava la sua opera. La  letteratura scandalistica consiste, essenzialmente in “ rivelazioni” sulle vite private dei personaggi pubblici. Al centro stanno i grandi e i loro punti deboli : il denaro e il sesso. Allora come oggi.  Mal comune mezzo gaudio ? Come dice il  noto proverbio ? No, per niente !  Perché  il gossip di solito ha nel suo sottofondo un margine di  verità. Il gossip , cioè, non è un esercizio di letteratura fantastica, ma  di verosimiglianza.  Riflette le debolezze umane e lascia una certa amarezza per la nostra insuperabile fragilità. Luzzatto, citando dal saggio di Darnton porta un esempio,  la famosa contessa Du Barry, la più chiacchierata delle amanti di Luigi XV, era una prostituta di umilissime origini. Durante la Rivoluzione francese, continua Darnton ,  “il sarcasmo diventò ideologia, la diffamazione elogio della delazione, nacque la figura del buon giornalista, sentinella infaticata ed infaticabile, sempre di guardia contro gli onnipresenti nemici del popolo”  .  E noi adesso?   Noi ascoltiamo, leggiamo e riflettiamo.  Alla lettura di autori contemporanei dovremmo  unire quella di autori del passato, per il gusto di capire di più, perché la storia di un fenomeno ce lo rende più visibile e comprensibile. Ma soprattutto lo ridimensiona e gli impedisce di  confonderci e non farci capire più niente, distogliendo la nostra attenzione dalle questioni veramente importanti.

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