Inaugurazione del Museo del Risorgimento

(Carmelo Fucarino)

Con un telegramma di augurio del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, di recente visitatore della Sicilia, sabato 29 maggio, alle ore 12, è stato solennemente inaugurato il nuovo Museo del Risorgimento, realizzato nella sala adiacente allo splendido chiostro di S. Domenico. Finalmente il più ricco ed unico museo dedicato alla nostra storia unitaria ha potuto concludere il lungo iter di restauro e mostrare i suoi tesori alla fruizione dell’intera Nazione. Sono tanti e preziosi i cimeli, dalla bandiera del Lombardo, ai vari oggetti d’uso garibaldini (sciabole, berretti, babbucce e i celebri ponchos), ai documenti storici della dittatura, agli altri grandi protagonisti dell’avventura unitaria. Oggi per la prima volta si mostrava alla curiosità dei visitatori la Corona aurea offerta nel 1848 al presidente Ruggero Settimo, reclusa alla vista in una cassetta del fu Banco di Sicilia e ora offerta al pubblico in una teca donata dalla Associazione Orafi ed Artigiani di Palermo. Curiosità: il Ruggero Settimo dei principi di Fitalia, acclamato “Padre della Patria” e che si voleva addirittura incoronare re, si imbarcò il 26 aprile 1849 sulla nave Bulldog per Malta. Nominato capziosamente dal re nel 1861 presidente del primo Senato savoiardo di Torino, rifiutò “per motivi di età e di salute”, qui morì il 12 maggio 1863. Si erge ancora maestoso nella statua in marmo di Carrara nella sua omonima piazza, scolpita nel 1865 da Benedetto De Lisi (medita nella copia in gesso nel chiostro della Storia Patria, opera del figlio Stefano De Lisi), nel famedio di S. Domenico ha l’onore dell’imponente monumento, opera di S. Valenti e D. Costantino.

In questa straordinaria ricorrenza si è tenuta pure una giornata di studi, “Garibaldi in Sicilia – 150 anni dopo”, promossa dalla Società Siciliana per la Storia Patria e dal suo presidente, prof. Giovanni Puglisi, con il patrocinio della Regione Siciliana, rappresentata dall’Assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana (!!), prof. Gaetano Armao, e dell’Università di Palermo dal rettore, prof. Roberto Lagalla. Gli interventi hanno posto l’accento sulla necessità di dovere riscrivere la storia di questo momento cruciale della formazione della nazione, di ricostruire miti e vicende che tutta una tradizione ha talvolta travisato e adattato a particolari deformazioni politiche. Perciò gli applausi calorosi di tutta la sala, stracolma e con molti uditori in piedi, all’appello di rilettura, fatto da Antonio Buttitta e alle puntualizzazioni di Salvatore Lupo. Illuminante l’analisi di Lucy Riall su Garibaldi associato con Santa Rosalia nella grandiosa festa per il suo compleanno, ma anche sul sorprendente connubio sempre taciuto tra Garibaldi e tanti preti riformisti, miseri quanto la plebe palermitana, sul mistico fervore di preti rivoluzionari e di monache adoranti. Ma tutti gli interventi, quello di Antonino Giuffrida sulla loggia del Grande Oriente dell’Oreto, di Antonino Buttitta su rime e canti popolari di adorazione e di delusione, di Carlo Marino sulle attese e i risultati, di Giuseppe Barone sul perché della vittoria e di Santi Fedele sulla strana disfatta hanno aperto uno spiraglio su questo momento ancora indecifrato ed oscuro della storia d’Italia, snodo di tutte le odierne contraddizioni e dei beceri e settari revisionismi. Perciò la certezza di Salvatore Savoia sulle Deputazioni di Storia Patria come custodi del mito, le cui funzioni sono declassate e ignorate da ministri che mirano al loro elettorato provinciale e di campanile. La furente reazione di Puglisi ha trovato una risposta nell’assessore che ha promesso di concedere i sussidi ai miracolati del famigerato e contestato allegato 1, in base alla fattibilità e congruità dei progetti, anche se non è riuscito a convincerlo sulla possibilità di realizzazione della sua promessa.

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