Per uno degli ultimi scrittori-profeti

La metafora della nostra cecità mediatica

(Carmelo Fucarino)

“Il disco giallo si illuminò. Due delle automobili in testa accelerarono prima che apparisse il rosso. Nel segnale pedonale comparve la sagoma dell’omino verde. La gente in attesa cominciò ad attraversare la strada camminando sulle strisce bianche dipinte sul nero dell’asfalto, non c’è niente che assomigli meno a una zebra, eppure le chiamano così. Gli automobilisti, impazienti, con il piede sul pedale della frizione, tenevano le macchine in tensione, avanzando, indietreggiando, come cavalli nervosi che sentissero arrivare nell’aria la frustata. Ormai i pedoni sono passati, ma il segnale di via libera per le macchine tarderà ancora alcuni secondi, c’è chi dice che questo indugio, in apparenza tanto insignificante, se moltiplicato per le migliaia di semafori esistenti nella città e per i successivi cambiamenti dei tre colori di ciascuno, è una delle più significative cause degli ingorghi, o imbottigliamenti, se vogliamo usare il termine corrente, della circolazione automobilistica”.

Cesare Segre:  “E’ la metafora della nostra condizione attuale, l’oscurità in cui ci siamo cacciati, la notte dell’etica in cui siamo sprofondati. Nel libro, paradossalmente,  il mondo del buio illumina le vittime e rivela molte cose sul mondo che credevano di vedere”.

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