HIROSHIMA, 6 agosto 1945, 270.000 Vittime

(Gabriella Maggio)

“ VOTO SOLENNE DI FAR USO DELLA SCIENZA AD ESCLUSIVO VANTAGGIO DELL’UMANITA”

Queste parole sono pronunciate da Galileo nell’ultima scena di “VITA DI GALILEO” di Bertolt Brecht. Oggi 6 agosto ricorre l’anniversario della prima esplosione atomica nel cielo di Hiroshima, nel 1945. L’opera di Brecht indirettamente è un commento ed un interrogativo sull’evento catastrofico. L’autore dell’ <<Opera da tre soldi>> aveva già scritto nel 1938 la piéce  su Galileo, ma la riprende sotto la suggestione dell’evento tragico, rimaneggiando la scena XIV in cui lo scienziato afferma di avere tradito la scienza :” Ho tradito la mia professione; e quando un uomo ha fatto ciò che ho fatto io, la sua presenza non può essere tollerata nei ranghi della scienza ”.  L’antico scienziato, come i contemporanei Einstein e Bohr e tanti altri studiosi accorti, sa che è  cominciata una nuova era per la scienza, ma sa anche che questa ha acquistato la potenza di distruggere l’umanità. E’ ineludibile perciò  per Brecht  riflettere sul rapporto Potere-Scienza. Galileo ha fallito, come la moderna scienza nucleare : “ Se gli uomini di scienza non reagiscono all’intimidazione dei potenti egoisti e si limitano ad accumulare sapere per sapere, la scienza può rimanere fiaccata per sempre, ed ogni nuova macchina sarà fonte di nuovi triboli per l’uomo” ( scena XIV). “Vita di Galileo”    è dunque un’opera autobiografica, non soltanto nel senso proprio del termine come allusione all’intellettuale B. Brecht, rifugiatosi  negli U.S.A., ma nel senso più generale di riferimento a ciascuno di noi, al nostro senso di responsabilità, alle nostre debolezze. L’Opera contiene  un giudizio aspro  sull’uomo intellettuale di ieri e di oggi. Dello scienziato secentesco  Brecht ha reinterpretato la figura storica, mettendo in luce quello che gli stava veramente a cuore negli anni quaranta, durante la seconda guerra mondiale e le esplosioni atomiche di Hiroscima e  Nagasaki, che secondo gli strateghi hanno  messo fine al conflitto, alla guerra guerreggiata, ma hanno aperto all’umanità  un dubbio ed un interrogativo al quale ancora non s’è data  risposta.

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