NEL CENTOCINQUANTESIMO ANNIVERSARIO DELL’UNITA’ D’ITALIA

( Giuseppina Cuccio)

Alessandro Manzoni scrive “MARZO 1821” nei giorni precedenti il 17 marzo 1821 , giorno in cui si pensava  che i Piemontesi avrebbero varcato  il Ticino e liberato la Lombardia dagli Austriaci , venendo in  aiuto ai patrioti milanesi insorti. Ma i fatti  non andarono come si sperava e la delusione fu grande. L’ode, che il poeta aveva iniziato già  a comporre, non ne ha traccia e per questo poté essere pubblicata nel 1848, quando gli avvenimenti sperati nel 1821  si realizzarono veramente. In questi giorni controversi sul nostro essere e sentirci Italiani è bello ricordare come A. Manzoni  definisce  un popolo :

” Una gente ……………
una d’arme, di lingua , d’altare,
di memorie, di sangue e di cor”

Nel popolo Italiano già nel 1821   non si possono più distinguere le varie genti che lo compongono, perchè da secoli si sono mescolate insieme, così come ne “l’onde confuse del Po” non si possono distinguere le acque degli affluenti. Eppure qualcuno oggi lavora per  “scindere”  il popolo “ in volghi spregiati” e a ritroso degli anni e dei fati risospingerla ai prischi dolor”.

“ Oggi, o forti, sui volti baleni
il furor delle menti segrete:
per l’Italia si pugna vincete!”

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