Poeti e scrittori arabo-siculi in età normanna.

(Tommaso Aiello)

( parte terza)

Vi furono tra gli uomini di cultura quelli che preferirono l’esilio all’ossequio verso i nuovi conquistatori. Tra questi ci fu il geografo e viaggiatore Ibn Giubair. Questi, benchè ostile ai Normanni,visitò la Sicilia all’epoca di Guglielmo il buono ed il quadretto che ci fa della Palermo di allora è così delizioso che vale la pena di trascriverlo così come lo riporta il Gabrieli :<<La letteratura Araba>>,Ed.Sansoni,Milano ,1967. <<Tra le più mirabili opere degli infedeli che lì visitammo,è una chiesa detta dell’Antiocheno. Noi la vedemmo il giorno di Natale (1184)che per loro è giorno di festa e vi erano convenuti uomini e donne. La sua struttura è indescrivibile, certo uno dei più mirabili edifici ornati del mondo. Le mura interne sono tutte d’oro, con lastre di marmo colorato mai visto di simile, tutte incrostate di mosaici d’oro coronate di alberi verdi a mosaico. In alto si aprono in bell’ordine finestrelle di vetro dorato,che abbaglian la vista con i loro raggi e gettan la seduzione negli animi>>…..<<.Il costume delle donne cristiane in questa città è lo stesso delle donne dei musulmani;di pronta facondia,avvolte in drappi e veli,uscivano per la festa suddetta,vestite in abiti di seta trapunta d’oro,abbigliate di splendidi drappi,velate con veli a colori,e calzate di scarpette colorate>>…<<L’elevato tenore di vita è ancor più evidente a Palermo,che è ancora quella descritta da Edrisi all’epoca di Ruggero II,nonno di Guglielmo:Palermo è la più superba metropoli del mondo……Città dalle cinquecento moschee e dai trecento minareti,è centro d’incontro commerciale e culturale tra Oriente ed Occidente.>>

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Palermo,Palazzo Reale-Cappella Palatina.

Il Gabrieli afferma nella sua opera che i più bei versi dei poeti arabo-siculi non furono del periodo politico di dominazione musulmana,ma proprio degli anni normanni.Certo si è che il dolore dell’emigrazione o forse della deportazione,deve avere agito molto sulla aulica ispirazione di alcuni di questi poeti,facenti parte di quel gruppo di dignitari e segretari dei principi kalbiti della dinastia emirale di Palermo.Canta in questi poeti arabi di Sicilia,l’accorata nostalgia per la patria perduta.

L’Isola che per due secoli e mezzo aveva accolto i loro avi e tutto un tesoro di opere e di innovazioni a quel tempo prestigiose per le scienze e per l’arte,per l’agricoltura e il commercio.

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Monrale,il Duomo-Particolare della navata

sinistra.

Un tesoro oggi solo in parte conosciuto ma che a suo tempo aveva potuto cementare il legame tra Oriente ed Occidente in un ambiente ideale.Fu tra il 1019 ed il 1020 che i siciliani,agli incitamenti di rivolta di Gafar risposero negativamente,dicendo quanto riferisce An Nuwairi:<<Siamo legati da parentele con loro (i Musulmani) e  mescolati,così da essere divenuti come una gente sola>>.

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