PER IL CENTOCINQUANTESIMO ANNIVERSARIO DELL’UNITA’ D’ITALIA

DIVISI NELL’UNITA’

(PATRIZIA LIPANI)

clip_image001

Torino 17 marzo 1861, si istituisce il primo Parlamento Nazionale e Vittorio Emanuele II fu dichiarato primo Re d’Italia. Mazzini era stato il promotore, Cavour e Garibaldi invece, completano il lungo processo di unificazione. 150 anni sono trascorsi da quando lo Stato Italiano dopo una lunga fase di lotte e tentativi diplomatici passati alla storia con il termine Risorgimento si e’ proclamato unito dal punto di vista territoriale e ha riconosciuto nel tricolore e nell’inno di Mameli il punto di forza di tale unione. In tali simboli non tutto il popolo si riconosce, differenze e separazioni vengono sottolineate volutamente da parte di gruppi che a metà strada tra federalismo e secessione, minacciano l’ unità e l’assetto democratico, non ritengono necessario ricordare con una giornata di festa, l’unità del paese, perché l’unità a modo loro non si è mai verificata, remano in senso contrario,manifestano opinioni contrastanti, perché a stare uniti al resto del paese non ci pensano proprio.

Malgrado tutto, nessuno potrà mettere mai in discussione l’unificazione italiana come processo storico, in cui hanno preso parte attiva uomini e donne di tutte le condizioni, di diverse opinioni politiche e religiose, qualunque lettura venga fatta del Risorgimento o come annessione territoriale da parte del regno sabaudo, o come indipendenza dallo straniero. E’ vero, l’unificazione non fu voluta da tutti ma da una minoranza colta, circondata da un gran numero di italiani, estranei o contrari al processo di unificazione, contadini, operai, piccoli proprietari, artigiani, erché consapevoli che il nuovo assetto avrebbe certamente peggiorato le condizioni di vita. Anche la Chiesa oppose resistenza all’unità, perché il nuovo Stato era considerato usurpatore del potere temporale dei papi e ne uscì parte lesa nel processo di unificazione mediante abolizione di privilegi e confische di beni. Una ferita, questa, provocata dalla storia ma sanata grazie alla coesione del tessuto sociale, al rapporto tra comunità civile e religiosa e che ha contribuito alla formazione di uno Stato, laico. Dal processo di unificazione, dalla coesione fra le genti, dalla condivisione di un trascorso travagliato, fatto di luci e ombre, di sottomissione,di sofferenza ma pur sempre volto alla ricerca della libertà, al riscatto, sono sorte le premesse della storia successiva, si sono create le basi per una crescita intellettuale, morale e sociale del popolo. E’ pur vero che l’Italia per raggiungere l’unità ha dovuto faticare non poco perché troppe differenze sostanziali erano presenti nel tessuto sociale tra le varie regioni, differenze storiche, economiche, territoriali. Da sempre dominata da”genti straniere” di cultura diversa, in una eterna contrapposizione tra nord e sud , l’arretratezza del sud latifondista e il fiorente commercio del nord, con le grandi industrie, l’Italia tardivamente ha maturato un concetto di nazione, di una identità. Si fece ricorso al servizio militare obbligatorio, al mito di Vittorio Emanuele II “re galantuomo”, ma soprattutto alla scuola al fine di rendere i valori e gli ideali della minoranza che aveva costruito l’Italia, patrimonio di tutti. La scuola ha quindi avuto un importante funzione, ha permesso la coesione,la condivisione di ideali comuni, per mezzo di essa abbiamo riconosciuto l’importante compito della cultura, libera da falsi ideologismi,una cultura che ha da sempre avuto il gravoso compito di guida per abbattere ogni tipo di barriera ideologica, per cui oggi appare intollerabile ogni tipo di proposta che miri a denigrarla, a tagliare le risorse perché ciò significa delegittimarla, significa incaricare la scuola privata a prendere le funzioni sociali ,significa precludere agli indigenti l’usufrutto dell’istruzione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il nostro sito web utilizza i cookie per assicurarti la migliore esperienza di navigazione. Per maggiori informazioni sui cookie e su come controllarne l abilitazione sul browser accedi alla nostra Cookie Policy.

Cookie Policy