ERNEST HEMINGWAY

(Gabriella Maggio)

 

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Non mandare mai a chiedere

Per chi suona la campana.

Essa suona per te ( John Donne)

 

Nato a Oak Park, nei pressi di Chicago, nell’Illinois, il 21 Luglio del 1899, muore il 2 luglio 1961 nella sua casa di Ketchum, nell’Idaho per un colpo partito accidentalmente mentre puliva un fucile da caccia, come disse la moglie Mary alla stampa. Era una bugia. Alcolizzato e depresso si era suicidato a 62 anni. Vincitore del Premio Pulitzer nel 1953 per IL VECCHIO E IL MARE insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1954, ha rivoluzionato la prosa americana, come dice Derek Walcott, con la sua scrittura essenziale e semplice, concentrata sui nomi e non sugli aggettivi.

Hemingway ha riempito i pomeriggi delle estati calde e noiose della mia adolescenza schiva. Sdraiata a letto leggevo per ore intere romanzi e racconti in edizioni economiche che ancora conservo, sebbene disfatte e tenute insieme da un elastico. Erano gli Oscar Mondadori dal costo contenuto di £ 350 a volume, acquistabili anche nelle edicole. Non erano cuciti, ma a queste raffinatezze sono arrivata più tardi. Allora non me ne curavo, volevo il libro e basta. Avevo fame di vita, diversa da quella quotidiana, e la trovavo tra le pagine di Hemingway. Così ho conosciuto la corrida spagnola, Parigi, l’Africa, i fiumi dove si pescano i salmoni, l’inquietudine e la continua ricerca di qualcos’altro.

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