VIAGGIATORI STRANIERI IN SICILIA

( Daniela Crispo)

CARLO CASTONE DELLA TORRE DI REZZONICO

( parte sesta)

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Il giorno 2 ottobre 1793 volli fare una scorsa pel litorale di Palermo verso nord-ovest e meco venne il Sig. Giacomo Tough, cortesissimo e bene istruito uomo in ogni genere di utili cognizioni. Passammo dalla fertile pianura detta Li Colli, tutta seminata di deliziose e magnifiche ville ….Bellissimi oliveti ombreggiano i campi, ed aloe ed opunzie …manifestano la clemenza del beato clima…. A Sferracavallo la strada, per la somma scabrosità dell’acute pietre, ben merita tal nome, e qui cominciano i seni verso la marina ed alzarsi una catena di rupi assai pittoriche….Uno sfasciume di antica torre qui sorge sovra l’acuta punta d’un isolato macigno….ed offre uno stupendo esemplare de’ capricci della natura e del tempo. Osservammo la tonnara e l’isoletta delle Femmine, che è corruzione di Fimi, giacchè da Gugliemo II chiamasi Insula Fimi, ossia del fango, e fimini dicono in plurale i Siciliani per femmine

( nel loro corrottissimo linguaggio, che abbonda d’infiniti iotacismi e si tinge di somma barbarie, cosicché parmi gran meraviglia che da sì impura fonte derivasse la toscana favella, sì fluida, sì bene accentata e linda…ripiena di grazie. Ma se non varcava lo stretto peloritano la volgar favella e non isvestiva le rozze forme acquistate nella montuosa Sicilia e non perdeva nelle glottidi toscane la saracena e la normanna asperità e riaccostata alla grecanica e latina sonorità, eleganza e purezza , che da ‘ tre sommi scrittori, Dante , Petrarca e Boccaccio ebbe in dono) .

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