Eugenio Montale

( Gabriella Maggio)

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Oggi 12 settembre ricorre il trentesimo anniversario della morte del poeta Eugenio Montale, Premio Nobel per la Letteratura nel 1975 con la motivazione :” Per la sua poetica distinta che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva di illusioni”. Nella sua vasta opera, composta nell’arco di tempo che va dagli anni ’20 del novecento agli anni ’80, interseca i principali eventi del secolo, dandone una lettura disincantata e pessimistica, che si riflette anche sugli eventi privati. Tra le donne dell’ ”Opera in versi” occupa una posizione importante Irma Brandeis, studiosa americana di Dante conosciuta a Firenze e cantata come Clizia, visiting angel , only begetter ( il solo ispiratore). A lei sono dedicati i Mottetti, venti poesie di straordinaria concentrazione lirica all’interno delle Occasioni, ”romanzetto autobiografico”, come dice Montale, in cui affronta il tema della presenza-assenza della donna amata e lontana. Ma Montale non idealizza a lungo Clizia, non è il suo stile, il tentativo dell’angelicazione non riesce. La corrosione critica dei miti e l’autoironia nella poetica montaliana si annunciano già nella “Farfalla di Dinard”.

L’opera raccoglie le prose scritte tra il 1946 ed il 1950, già apparse sul “Corriere delle sera” , sul “Corriere dell’informazione” e su altri periodici. “Clizia a Foggia” ripropone in maniera inusitata la donna angelo dei Mottetti. Clizia si trova alla stazione di Foggia, ma perde il treno. In attesa del successivo, che sarebbe partito dopo tre ore, non trovando adeguatamente puliti e freschi la sala d’aspetto della stazione né i bar vicini si rifugia in Municipio dove si svolge un dibattito sulla metempsicosi. Nell’ombra accogliente della sala Clizia si addormenta e sogna di essere trasformata in ragno. Uno degli esperti la sveglia con cortesia e le chiede che cosa ha sognato. Clizia risponde sinceramente che ha sognato di essere diventata un ragno. La risposta suscita l’ilarità del pubblico, che intanto ha riempito la sala, e il disappunto dei conferenzieri, che cercavano una prova delle loro teorie. Con forza viene accompagnata alla porta con l’ordine perentorio di non partecipare più a conferenze di livello tanto elevato rispetto alla sua cultura ed ai suoi interessi. Non le resta che tornare alla stazione ed attendere il treno.

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