Il Wavel di Cracovia

( Natale Caronia)

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Il Castello-Fortezza di Cracovia, il Wavel, aprì a Mariella ed a me le sue braccia di pietra in una splendida giornata di sole, mentre attendevamo il nostro turno per la visita. Al funzionario del museo lamentai l’attesa; mi rispose, in italiano, che per visitare gli Uffizi, a Firenze, bisogna attendere anche di più. Ritenni che avesse ragione.  Il Wavel è un palazzo reale fortificato in cui, al nucleo medievale primitivo, si sono aggiunti, stratificandosi, elementi architettonici successivi. Mentre ci incamminavamo per i vasti ambienti,ad un tratto, da lontano, cominciò a pervenire una musica. Ricordo che iniziai a dirigermi rapidamente verso quel suono; giunto in un  grande salone, vidi tre giovani che suonavano antichi strumenti, accompagnando una ragazza che cantava un madrigale di Claudio Monteverdi.

 

Una forte emozione mi prese per l’atmosfera medievale, per l’antico canto accompagnato da antichi strumenti e per il canto in italiano di un antico compositore italiano. Una sensazione di fierezza mi invase e l’orgoglio di appartenere ad un Paese ricco di storia, di cultura e di arte apprezzata nel mondo. Il ricordo del patos avvertito nel corso della visita al Wavel mi è balzato improvvisamente in mente, col cuore in tumulto mentre osservavo, in un servizio televisivo, una risata ironica riferita al nostro Paese. Ho la sensazione che il popolo italiano che, molte volte nel corso della sua storia ha dovuto affrontare grandi tragedie e le ha saputo superare, abbia ora la voglia di reagire e che l’ironia di una risata non è che lo stimolo a riprendere la strada interrotta.

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