Facebook erga omnes ?

(Natale Caronia)

clip_image001

Qualche tempo fa, parlando col nostro Redattore Capo Gabriella Maggio, le confessavo di aver declinato l’invito di ingresso su facebook per un motivo di autoriservatezza. La nostra Gabriella mi rispose che, sin tanto che fosse rimasta in servizio come insegnante, non pensava di accedervi. Ciò mi è ritornato in mente per un articolo di Caterina Pasolini apparso sul quotidiano La Repubblica del 6 dicembre scorso, dal titolo “Prof. e alunni su Facebook, l’amicizia è da evitare?” L’articolista parte da una circolare scolastica delle scuole medie di Albissola, circolare che è stata lanciata in rete e che recita così: “I professori non possono dare amicizia su Facebook ai loro studenti”. Naturalmente ne è scaturito un dibattito sul rapporto tra chi insegna e chi studia ed è stato sollevato il precedente di una legge dagli analoghi contenuti, promulgata nel Missouri alcuni mesi fa, che ha provocato proteste e ricorsi.

 

Che Facebook faccia parte del mondo di vivere di oggi e che rappresenti una forma “editoriale” sganciata dal controllo del “Potere”, che liberi le idee facendole circolare su base planetaria, che sia stata determinante nella vittoria elettorale di Obama, come nei recenti movimenti nel mondo islamico, non v’è alcun dubbio. E di questo si sono resi conto i governi autoritari che cercano, in qualche modo, di controllare il fenomeno le cui dimensioni, in Italia, comprende 15 milioni di persone, di cui l’85% sino ai 45 anni ed il 73% nella fascia 25 – 44 anni.  E questa è, indubbiamente, una conquista dello spirito umano assolutamente impensabile sino ad alcuni anni fa, che libera la gente dal controllo del potere e, come in un confessione, permette di rivelare liberamente il vero animo e le emozioni. Certamente esistono i pericoli della rete, su cui i genitori sono tenuti a sorvegliare, perché libertà senza limiti non è libertà. E allora, penso che la nostra Gabriella abbia ragione, perché un insegnante non può fare a meno dell’autorevolezza che nasce dal rispetto reciproco e perché i ragazzi non vogliono insegnanti amici ed hanno riguardo per la severità stessa quando percepiscono la passione di chi insegna.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il nostro sito web utilizza i cookie per assicurarti la migliore esperienza di navigazione. Per maggiori informazioni sui cookie e su come controllarne l abilitazione sul browser accedi alla nostra Cookie Policy.

Cookie Policy