VIAGGIATORI STRANIERI IN SICILIA

DOMINIQUE VIVANT DENON

( Daniela Crispo)

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Dominique Vivant Denon è nato in Francia nel 1747 , abile incisore e piacevole scrittore, come diplomatico viaggia per l’Europa e soggiorna sette anni a Napoli. Nel 1778 viaggia nell’Italia meridionale ed in Sicilia ed consegna le sue impressioni al Voyage pittoresque ou description des Royaumes de Naples et de Sicilie, stampato fra il 1781 ed il 1786 ed illustrato da 417 acqueforti. L’opera costituisce la più bella rappresentazione della Sicilia di fine Settecento. Denon è giunto in Sicilia il 2 giugno insieme agli architetti Jean Louis Desprez e Jean Augustin Renard ed il pittore Claude Louis Châtelet. Tutti hanno un grande gusto per le antichità e per i paesaggi sconosciuti in cui ricercano l’atmosfera preromantica della natura aspra e selvaggia. La prima parte del viaggio si svolge tra Messina e Taormina e culmina l’11 giugno nell’ascensione sull’Etna, vissuta dai viaggiatori nell’esaltazione della grandiosità dei luoghi e dell’avventura straordinaria che hanno intrapreso.

L’interesse antiquario dei viaggiatori, ragione prima del loro viaggio, viene soddisfatto a Catania dal museo Biscari. Denon ed i suoi amici giungono a Palermo il 2 luglio in tempo per assistere al Festino di Santa Rosalia. Denon lo ritrae in molte tavole. Ma il suo interesse è rivolto soprattutto agli abitanti della città ed in particolare alle donne che definisce intelligenti, maliziose ed affabili. Ben accolto dall’aristocrazia, rimane, però, deluso, dalla città. La Cappella Palatina gli sembra gelida, la Cattedrale ed i sarcofagi dei re gli sembrano di “mauvais goût” . Considera il barocco delle chiese cittadine uno stile decadente di cui condanna le ridondanze decorative, sebbene avverta a tratti la suggestione dell’imponenza delle strutture e la possanza delle masse. In questi sentimenti contrastanti trascorre un mese nella città. Affascinato dall’archeologia con severo gusto di intenditore, ma anche con l’interesse per il pittoresco, riesce ad interpretare il grande messaggio della Sicilia antica davanti alla maestosità delle rovine di Selinunte e del tempio di Giove a Girgenti nei quali coglie il segno della titanica competizione tra uomini e dei. Al resto non fa attenzione, contrariato dal pessimo stato delle strade.e dalla sporcizia di molti luoghi come la mitica Fonte Aretusa. Da queste costatazioni prende spunto per indicare i mali del latifondo, dell’aristocrazia neghittosa e parassitaria, dei causidici avidi e rapaci su cui si stende il velo dell’apatia diffusa.

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