Da Koisyra alla coppa megarese, un itinerario di cultura

Inaugurato, con un contributo del Lions Club di Cefalù, l’ampliamento espositivo dedicato a Cefalù nell’Antiquarium di Himera

(Amedeo Tullio)

La figura di una giovane donna, Koisyra (Koisura), appare per ben due volte su di uno skyphos fliacico (tazza con scena di commedia) a figure rosse, rinvenuto nella Tomba 546 della necropoli ellenistica di Cefalù, dove da anni effettua scavi, in collaborazione con la Soprintendenza Beni Culturali di Palermo, il Prof. Amedeo Tullio, avvalendosi di un fitto stuolo di collaboratori tra cui M.G, Montalbano, S. Aloisio e S. Varzi (restauro). Il nome del personaggio compare per ben due volte graffito sulle due facce in corrispondenza della figura femminile principale, probabilmente una giovane etera di cui parla Aristofane nella commedia Le Nuvole.

clip_image002

Nella scena del lato principale è l’inconfondibile atteggiamento della “ragazza” che accarezza la barbetta del personaggio maschile che, mollemente adagiato sulla kline, la tira verso di sé. Sullo sfondo una cetra a 8/9 corde rese in colore bianco sovrapposto e di cui restano solo gli attacchi. In primo piano davanti la kline, due graziose figurette (un efebo nudo e una figura femminile panneggiata) di minori dimensioni, rese con tratti sottili da un abile ceramografo quale si palesa anche in altri particolari (ci riferiamo ad esempio al gustoso particolare del volto del personaggio maschile).

Una scena analoga con più personaggi

clip_image002[6]

è raffigurata sul lato secondario del vaso, dove è una figura in trono e, sullo sfondo, due finestre a “persiane”, aperte, arricchite dalla policromia, e dalle quali sembrano sbirciare all’interno due personaggi femminili panneggiati e con il capo coperto.La sagoma (con il rigonfiamento a metà circa), le proporzioni (genericamente di 1:1), i caratteri stilistici e la stratigrafia ne suggeriscono una datazione alla prima metà del IV sec. a.C. La musealizzazione di questo vaso costituisce l’elemento di maggiore rilievo dell’ampliamento espositivo della mostra di reperti da Cefalù presso l’Antiquarium di Himera, parzialmente sponsorizzato dal Lions Club Cefalù.

Un altro vaso, che significativamente ci dà notizie della cronologia “bassa” di questa necropoli, proviene invece dalla Tomba 205. Si tratta di una rara “coppa megarese”

clip_image002[8]

su alto piede e orlo smerlato, ricoperta da una vernice rossastra, con decorazione fitomorfa a rilievo, ottenuta a stampo con una matrice. Siamo, in questo caso, in presenza di uno dei più antichi prodotti “industriali” di questa classe di materiali che, significativamente, precede la più nota ceramica romana e si data, concordemente con il dato stratigrafico, alla seconda metà del II sec. a.C. Questo importante ampliamento della sezione espositiva dedicata a Cefalù, può costituire un ulteriore sprone alla realizzazione del più volte auspicato museo dell’antica Kefaloidion (Cefalù), da affiancare al ben più noto Museo Mandralisca, la cui collezione, universalmente nota, comprende materiali di varia provenienza e si rivela una tipica raccolta ottocentesca.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il nostro sito web utilizza i cookie per assicurarti la migliore esperienza di navigazione. Per maggiori informazioni sui cookie e su come controllarne l abilitazione sul browser accedi alla nostra Cookie Policy.

Cookie Policy