Divagazioni e altri ricordi

( Francesco Salmè)

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Gli amici

Molti di questi amici sono andati via dall’ Associazione; ci siamo persi di vista, può anche darsi che con tanti non ci vedremo mai più. Con alcuni , anche quelli più cari, abbiamo, qualche volta, avuto delle incomprensioni; con altri possono esserci state anche discussioni accese e prolungate. Superate però, sempre, applicando tra noi il sentimento che può legare due amici, sentimento che non lascia remore, ma rinvigorisce il rapporto: così ritengo essere il rapporto tra lions.  A tutti quelli che hanno ritenuto di non essermi amici io chiedo un abbraccio, senza acredine ed inimicizia. Molti di loro sono venuti a cercarmi, per dichiarare il loro errore di valutazione nei miei riguardi.  A loro io stringo la mano, ringraziandoli per la stima ritrovata. Invece se tra gli amici e avversari di un tempo possa esserci stata una mia involontaria mancanza, sono io a scusarmi. Anche a loro chiedo di poterci stringere la mano. Così tutti avranno avuto modo di potermi dare quella stima ed amicizia che io chiedo : chiedo troppo?

 

Il “Presidente”

Ho conosciuto Pino Grimaldi quando venne, a Vittoria, per una conferenza. Eravamo giovani, allora. Incantò tutti, con la sua oratoria e la sua figura . Io non ero ancora lions, Lui era già governatore, a 39 anni. Diventò dopo qualche anno Direttore Internazionale, infine Presidente Internazionale. Pino Grimaldi ha contribuito a segnare il mio percorso di lions; certo, il nostro rapporto è stato, specie in un episodio, non perfetto, secondo il mio punto di vista. E il Presidente mi perdonerà, se questo gli dico, sempre con il rispetto che ho per la sua persona. Non mi sono sentito difeso da lui; però, la sua posizione nei miei riguardi mi ha costretto ad esprimermi , da quel momento, con la forza e la determinazione , che forse non avrei altrimenti avute. Al termine del mio mandato, dopo il discorso conclusivo,l’ ho sentito vicino. E questo è stato, per me, il momento più bello.  Grazie, “Presidente”.

La parata del 2 giugno.

Quest’ anno, siamo nel 2012, il presidente Napolitano ha deciso che la parata si farà, ma in modo sobrio, invece di non effettuarla per lutto. Molti infatti facevano pressioni perché la parata del 2 giugno fosse abolita, in omaggio alle persone morte durante il terremoto di qualche giorno fa. Il presidente Napolitano ha invece deciso che la parata si faccia, in modo sobrio. Sono contrario al pensiero del nostro Presidente, perché la parata, o è solenne, o era meglio non farla.  Che si intende per modo sobrio?  Si farà senza armi? Oppure non sarà conclusa dalle frecce tricolori?  Sono sicuro che sarà trovato un compromesso all’ italiana.  C’è, a mio modesto parere, un modo per rendere significativa la parata; fare sparire dal palco d’ onore tutte quelle persone, profittatori, imbroglioni, esibizionisti, che lo occupano, e magari invitare tutti quei servitori dello stato,che, rischiano la vita, sono feriti gravemente, restano inabili, per lottare in Afganistan, in Iraq, in tutte le parti del mondo ,per difendere la nostra libertà, oppure che per un misero stipendio, affrontano i malviventi, in nome della legge, in nome del Popolo Italiano. Io penso che così, la parata sarebbe stata fatta in modo sobrio .Godiamoci comunque ,questa parata, e restiamo orgogliosi, malgrado tutto, di essere italiani.

Vittoria, città della Sicilia

Vittoria è la città dove sono nato, e dove tutt’ora vivo. E’ una città (il titolo di città deriva dal numero degli abitanti, che sono oltre 63 mila) che fa parte della provincia di Ragusa,lembo sud della Sicilia, con scarse piogge, ma ricca nel sottosuolo di acqua.  Questa città non è stata costruita molto tempo fa; è soltanto dal 1607 che si iniziò a edificare.. Fu edificata per volere di una nobildonna, Vittoria Colonna Enriquez. Quindi, è priva di tradizioni e opere d’arte. La migliore forma artistica è il Liberty, che è visibile soprattutto, nelle facciate delle case d’ abitazione. Qui, dicevo, io vivo, ho frequentato tutte le scuole,qui mi trovo bene. Magari, da giovane il bisogno di evasione, la ricerca del nuovo mi ha portato, qualche volta, lontano,ma qui io sono sempre tornato. Non credo che andrò più via dalla città dove sono nato, dove sono sepolti i miei cari.

( continua)

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