La nuova frontiera Lions

(Carmelo Fucarino)

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Wayne A. Madden

«Madden ha insegnato in una scuola superiore per cinque anni e ha conseguito un master in Scienza dell’educazione… Linda ha insegnato alle scuole elementari. La primogenita Jennifer e la figlia minore Julie hanno sempre ottenuto ottimi voti a scuola, hanno fatto parte della banda della scuola e hanno vinto diverse competizioni di retorica» (da biografia online www. President Internazional 2012-13.”Un Classico Americano”). Il messaggio del Presidente Internazionale Lions Club Wayne A. Madden (“Leggere è fondamentale”, «Lion – Il mensile dei Lions», 8 ottobre 2012) e il suo “Programma d’Azione per la Lettura”, RAP) giunge opportuno in questa società di digitalcrazia in cui, ultimissima ingegnosa arguzia, il pregio della comunicazione è diventato un ridicolo commovente “cinguettio” (dall’onomatopeico tweet, a weak chirping sound as of a small bird, a weak chirping sound as of a small bird»passero o cinciallegra?): più restringi in pochissime battute il messaggio ed esso avrà maggiore efficacia fra questi confratelli, i patiti del “per” (x), dello “più” (+) e dei visini stilizzati, i convertiti ai messaggini criptografici, in nome della celerità (verso dove?), ritorno alla comunicazione semeiotica che noi dovremmo ben conoscere dai graffiti dell’Addaura, se ci fosse concesso vederli.

Perciò benvenuto tra i tanti alti professionisti di salute corporale un presidente che rappresenta me e tante centinaia di milioni di professionisti che, più per missione che per denaro (pochissimo), hanno scelto di essere “insegnanti”. Dopo la scoperta del Club, come dice nella biografia, con il service della vista fisica, bene primario dell’umanità, ha voluto sovrapporre nella sua presidenza, non meno importante e necessaria, quello della vista intellettuale. Le cifre sciorinate: un miliardo di analfabeti, il 26% dei cittadini del mondo non sanno leggere, 21 milioni addirittura negli USA, la democratica e più avanzata civiltà del mondo. Che è anche dire non sanno scrivere, ma anche hanno un livello culturale bassissimo privi degli strumenti basilari per una vita sociale qualificata. Certo, nelle società protostoriche la scrittura era privilegio di ristrette caste: della casta sacerdotale il geroglifico egiziano, ieratico e demotico, o il cuneiforme sumerico, ma anche il mandarino cinese fino a qualche secolo fa. Era un’esigenza imposta dalla complessità della trascrizione del linguaggio, basato su ideogrammi o su forme più avanzate sillabiche come il lineare B. Poi la rivoluzione, la più importante di qualsiasi altra in tutta la storia della civiltà, più della penicillina e dell’energia atomica e dei computer, sì perché fu più dirompente anche della scissione atomica: l’invenzione dell’alfabeto fonetico da parte dei Fenici. Era l’uovo di Colombo e nessuno ci aveva pensato. Bastava soltanto trascrivere i fonemi, nella limitata gamma delle corde vocaliche, con un segno convenzionale concordato fra i parlanti e tutto era risolto: l’alfabeto cirillico, il più ampio nella gamma di suoni, giungeva prima della riforma a più di quaranta segni, riformato a soli 33, ma era preferibile ad un ideogramma per ogni oggetto esistente, per ogni pensiero astratto. Da allora, riadattato dai Greci e poi dai Romani, nessuno ha saputo inventare nulla di nuovo rispetto all’alfabeto, pur nelle sue evidenti imperfezioni. Forse la registrazione assicurò una completa trascrizione, ma in confronto alla sopravvivenza di testi scritti, si pensi ai papiri del IV secolo a. C., la sua esistenza precaria ristretta a qualche decennio, a forse meno, data la instabilità del mezzo e il rapido mutamento dei sistemi, vieta ogni illusione di sicuro e duraturo utilizzo. Il cloud, la stratosferica “nuvola”, sembra ancora una ipotesi di lavoro. Allora riempiono il cuore di speranza questo messaggio e questa campagna di alfabetizzazione, la prima grande campagna veramente universale dei Lions Clubs. Tutte le altre iniziative sono utili e necessarie, ma questa non distingue poveri o ricchi, stati civilizzati o zone depresse. È la grande sfida che coinvolge tutti i popoli, perché tutti i popoli soffrono della malattia gravissima dell’ignoranza, che si spinge fino al completo analfabetismo. Alcuni popoli del mondo ignorano la scrittura, ma altri che sono sommersi dalla reclame consumistica, che sono andati a scuola per almeno un quindicennio e avrebbero dovuto gustare l’inebriante ricchezza della parola, oggi, perdutamente e con grande sconforto, soffrono del cosiddetto analfabetismo di ritorno. Tutti quegli anni di scolarizzazione sono stati cancellati, sono tornati semplici parlanti (oh! Che bello il cellulare tuttofare), non leggono più, neppure un quotidiano, neppure i nostri benedetti diabolik, topolino e paperino capitalisti. Tanti laureati ed illustri professionisti non leggono più, neppure un libro all’anno, tanti insegnanti, lo so per diretta conoscenza, non leggono nulla, forse neppure i loro libri di testo. L’aggiornamento è un noioso e opprimente corso su progetti e programmazioni mai verificate, talvolta fatto per coloro che li gestiscono, mai sui contenuti specifici delle singole discipline, sulla metodologia e non sulle novità della ricerca o sullo sviluppo della critica. Perciò, uomini di tutto il mondo unitevi, chiudete TV e internet, aprite un libro, almeno un’oretta al giorno, uno qualsiasi, che parli dell’uomo e delle sue speranze e dei suoi sogni. È come piantare un albero. Qualche anno fa fu attivato il progetto di lasciare un libro sulle panchine dei giardini pubblici, non so statisticamente quale effetto ebbe. Occorre forse altra strategia. Ma quale, perché sia accetto il dono della cultura?

Un pensiero riguardo “La nuova frontiera Lions

  • 22 ottobre 2012 in 13:32
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    Caro Carmelo,permettimi di essere,per un certo verso,di diverso avviso quando dici che il messaggio del Presidente Internazionale Madden,rappresenta “una campagna veramente universale”! Mi chiedo e Ti chiedo: ma le campagna contro la cecità ,la fame nel mondo distinguono ricchi da poveri opure sono altrettanto universali come quelle dell’alfabetismo? Io penso che tutto ciò che ha un respiro e dei propositi universali, sono ” vere campagne” a tutela dell’uomo e dei suoi diritti inviolabili! Inoltre, e compito dei Lion (e noi lo siamo!) lottare quotidianamente per l’affermazione di tali principi. Alfabetizzazione non vuole significare soltanto “sapere leggere e scrivere” in senso materiale,ma aprire l’uomo all’abitudine alla critica ed a fargli superare una delle “schiavitù” entro cui resterebbe ristretto e fagocitato dal “dotto cattivo”,pronto a strumentalizzarlo anche per fini illeciti. E proprio nell’altro Tuo commento al service sulla legalità,fai ricorso al “lavoro” quale mezzo per debellare la criminalità,non ritenendo universale l’alfabetizzazioneche già esiste poichè giustamente ,hai affermato che la mafiosità ha anche la laurea. Io suggerisco,così come ho affermato pure in quella sede, che noi Lion non facciamo cultura fine a se stessa, ma attraverso la cultura portiamo il nostro messagio universale di pace,di legalità,di lotta a qualsiasi forma vessatoria e prevericatoria dell’uomo sull’uomo,del “forte” sul “debole”,senza distinzione di razza o religione confessionale. Sono certo che condividi queste mie riflessioni e Ti ringrazio per il contributo che dai alla comunità che legge i Tuoi articoli,che aiutano a crescere sia culturalmente che lionisticamente , che è quello che pure ci interessa,appartenendo all’Associazione di servizio più grande del mondo. Un abbraccio ,Pietro Manzella

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