Conti sotto controllo

(Renata De Simone)

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Venerdì 30 novembre si è inaugurata presso l’Archivio di Stato di Palermo la mostra documentaria dal titolo “Le funzioni di controllo in Sicilia” (secoli XII-XIX), realizzata nell’ambito delle iniziative volte a celebrare il 150° anniversario della Corte dei Conti, con il coinvolgimento, oltre alla Corte dei Conti della sezione siciliana e all’istituto archivistico palermitano, dell’Università degli Studi di Palermo, che ha ospitato nei locali del Rettorato, a palazzo Steri, un interessante convegno storico-giuridico incentrato sul tema dell’origine e dell’evoluzione della funzione statale di controllo. I documenti in mostra occupano le due sale espositive dell’edificio da poco ristrutturato della sede Catena, elegante esempio di architettura settecentesca, caratterizzato dall’ atrio porticato con vasca sopraelevata dal bordo mistilineo e arricchito da elementi decorativi di frutta e conchiglie dalla calda tonalità rosata realizzati con la tipica pietra tufacea utilizzata a Palermo per le costruzione e riportata oggi al suo originario e raffinato aspetto originale.

La mostra ha assunto la data della legge istitutiva della Corte dei Conti (14 agosto 1862 n.800), come termine ultimo di un percorso che vede rappresentato il costante interesse dei governanti siciliani, a partire dal Regnum normanno, per il controllo contabile e l’attenzione continua alla conservazione delle carte di natura finanziaria, a tutela del pubblico interesse e a garanzia della certezza del diritto.  Le carte contabili di epoca medievale e moderna, esposte nella I sala, coprono un arco temporale che dal 1180, data del primo documento esposto redatto da Goffredo di Modica, camerarius palatinus e magister doanae de secretis (nucleo originario dei successivi uffici di secrezia, poi chiamata dogana), arriva, attraverso la significativa esperienza siciliana del 1812, alle prime produzioni amministrative di epoca borbonica che, in ambito finanziario-giurisdizionale, determinano l’istituzione, nel 1815, del Tribunale del regio Erario, successivamente regio Erario e Corona. Emblematico il contenuto di un Bando quattrocentesco, pubblicato, d’ordine del signor viceré, dalla Magna Curia dei Maestri Razionali, successivamente Tribunale del Real Patrimonio, massimo organo finanziario e di controllo del Regno di Sicilia e per molti aspetti precursore dell’odierna Corte dei Conti, che impone a “qual si sia persuna, tantu regiu officiali, quantu privata persuna di qualuntata gradu, statu et condicioni” in possesso di carte di natura contabile “pertinenti a lu officiu di mastru notaru di razionali”, l’immediata consegna delle stesse al maestro notaro dell’ufficio, “tantu per conservationi di li scripturi quantu per indennitati di la regia Curti et comuni utilitati di la re pubblica”. La II sala si apre con il regio decreto 7 gennaio 1818 istitutivo della Gran Corte dei Conti. L’attività ordinaria di controllo e di giurisdizione in tema di contenzioso amministrativo, in appello a sentenze dei Consigli d’Intendenza, è rappresentata dalle prime sedute dell’ufficio , concluse da decisioni di “significa” o di “revoca” sui ricorsi presentati. La documentazione contabile, presentata dagli agenti finanziari del regno, valica il tema proposto, aprendo un varco su aspetti e momenti significativi della storia siciliana. Di particolare interesse il rendiconto della real Casa dei Matti, che documenta le spese mediche e di consumo giornaliero dei reclusi o il dettaglio dei danneggiati e risarciti dal governo borbonico per i danni sofferti durante la rivoluzione siciliana del 1820.

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