ESSERE LION OGGI

( Tommaso Aiello)

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La caduta delle barriere ideologiche e la fine dei blocchi contrapposti, diversi anni fa, aveva dato l’illusione che fossimo alla vigilia di un mondo nuovo. Si intravedeva un’alba radiosa in cui il pianeta, pervaso da spirito di solidarietà, si avviava a compiere un unico sforzo: colmare il divario tra Nord e Sud, tra Paesi ricchi e poveri, mentre l’ONU avrebbe garantito la pace mondiale. Lo spirito di solidarietà che ci animava poteva essere il leit motif del XXI secolo e mai compito più stimolante sembrava toccare il lionismo. E … poi? Poi non è stato così, perché abbiamo assistito al fallimento di tutti i buoni propositi e la costruzione di un mondo nuovo si è arenata sulle sponde di un particolarismo che non conosce frontiere e che si manifesta ora in maniera violenta, ora in modo più o meno pacifico. A questo si aggiunge il rifiorire dell’intolleranza razziale (mascherata da una esigenza di sicurezza interna) e l’inquietudine giovanile per una sempre maggiore disoccupazione, specialmente nel profondo sud:una miscela esplosiva.

Eppure, a guardar bene, probabilmente questi fenomeni sono poco ideologici, sono il frutto di una subcultura violenta o il canale collettore di una rabbia che monta per una sorta di malessere esistenziale. Forse la sostanza di tutto questo è che la costruzione di un mondo più equo non è un dato di fatto, bensì uno sforzo corale quotidiano, costante. Noi tutti, per cominciare dovremmo riconoscere con onestà, che ci siamo sbagliati per un eccesso di ottimismo. Non c’è assolutamente solidarietà, né giustizia sociale in questo paese dove cominciano a prevalere le ragioni dei più forti e dei potentati politici. Pensavamo che il nostro sforzo avesse imboccato la strada giusta e invece, sbagliando, abbiamo abbassato la guardia ed i problemi ora sono peggiori di quelli di appena dieci anni fa. E così non ci siamo accorti del grande scippo che si è perpetrato nei confronti del Sud in questi ultimi anni (decine di miliardi destinati al Mezzogiorno usati per altri scopi:dai trasporti sul Lago di Garda ai debiti del Campidoglio o per coprire i disavanzi delle Ferrovie dello Stato o per pagare le multe delle quote latte degli allevatori settentrionali cari ai leghisti o per la privatizzazione della compagnia di navigazione Tirrenia o ancora,incredibile a dirsi,per gli sconti di benzina e gasolio concessi agli automobilisti di Valle d’Aosta,Piemonte,Lombardia e Trentino Alto Adige).  Questo per due motivi egualmente gravi: questi fenomeni sono una novità; ci colgono impreparati perché non abbiamo avuto la lungimiranza di prevederli. In questo scenario il compito di noi Lions è ancora più difficile. Non possiamo continuare a lasciare la politica solo a chi ci vive e ne fa un lavoro. Come Lions dobbiamo finalmente trovare il modo di cambiare le cose proponendo qualcosa che sia utile a tutti. I politici da soli non sono stati capaci di cambiare le cose come dovevano:I movimenti e i cittadini non sono riusciti a proporre se non protesta e distacco dalla politica anche Istituzionale. Cerchiamo insieme di riempire il vuoto che c’è nel distacco tra i cittadini e le istituzioni proponendo grandi cambiamenti. Dobbiamo contribuire a costruire una politica dove i cittadini si sentano protagonisti. Spingiamo per una riforma Rai veramente pubblica, sollecitiamo la tassazione delle rendite finanziarie come avviene in tutto il mondo per evitare che ci sia questo divario tra ricchi e poveri, diciamo con forza che la casa è un diritto e non un lusso. Interessiamoci del problema della disoccupazione dei giovani che in Sicilia supera il 30%. Interessiamoci delle nuove povertà che investono milioni di cittadini con pensioni di fame. Aiutiamo a far capire a chi di dovere che la cultura va incentivata e non tagliata. Noi abbiamo il dovere, proprio perché ci proponiamo come facenti parte del meglio della società,di interpretare i fenomeni che si manifestano intorno a noi,di identificare i potenziali rischi di degenerazione sociale, prima che divengano eventi,e tentare eventualmente di elaborare dei correttivi. In alternativa possiamo vivere di piccolo cabotaggio,di piccole iniziative,di modesta beneficenza scivolando sulla società come acqua su uno specchio. Viviamo in un momento di grande crisi ideologica, sociale e politica,ed è perciò necessario un netto distinguo tra la nostra Associazione ed un certo tipo di politica. Ci tocca ritrovare la genuina aspirazione di interpreti delle esigenze della società,razionalizzarle,trasmetterle agli interlocutori più opportuni. Forse tutto questo non è nuovo,c’è già nella vita di tanta gente che ci circonda,nel sacrificio della vita delle persone che lottano per una società migliore. E noi resteremo a guardare? O accetteremo la sfida di questo momento epocale che può vedere noi Lions impegnati in prima fila nella costruzione di una nuova realtà?

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