Il sole dentro: una lettera, due viaggi e un grande messaggio di speranza

(Daniela Scimeca)

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Un’immagine da “ Il sole dentro”

Era il 1999, il mondo occidentale andava avanti alla meno peggio, ignaro, come sempre, di quel che succedeva nell’altro mondo, quello che i media non citano mai, quello di cui nessuno si preoccupa, quello che, se lo guardassi bene da vicino, sarebbe la più grande vergogna del nostro progresso. In quell’anno, in un angolo di quel mondo nascosto, il più sperduto, il più povero, qualcosa successe. Yaguine e Fodé, due adolescenti africani che non possedevano nulla, solo un bel sogno e abbastanza coraggio per provare a realizzarlo, scrissero una lettera "alle loro Eccellenze membri e responsabili dell’Europa" per descrivere la condizione dei bambini nel loro Paese e chiedere aiuto. Non si limitarono solo a scriverla in bella forma, provarono anche a consegnarla personalmente, convinti di dover andare fino in fondo e così si nascosero nel vano carrello di un aereo diretto a Bruxelles. Yaguine e Fodé erano coraggiosi e fecero un gesto ben più che eroico, ma il loro epilogo fu triste perché, in volo, la temperatura del vano scese sotto zero e costò ai due ragazzi la morte. Sembra una storia triste di fantasia, ma è la verità. I giornali occidentali dell’epoca tacquero l’incredibile episodio, troppa vergogna forse, troppo rimorso inconscio. La storia rimase sepolta e sconosciuta ai più.

 

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Dopo vent’anni, Paolo Bianchini, ambasciatore UNICEF, decide di dare dignità e onore alle due vittime innocenti, con quel grande sogno nel cassetto e si rivolge al cinema, grande strumento mediatico per ricordare l’accaduto e inserirlo in un film che inizia con la lettera e la morte tragica dei ragazzi e continua dieci anni dopo, nel 2009, narrando le vicende di Thabo, ragazzino cresciuto nello stesso villaggio guineiano di Yaguine e Fodé. Thabo, giovane promessa del calcio, viene portato in Italia da un manager che in lui vede delle potenzialità sportive, ma, una volta inserito nel nuovo contesto italiano, il ragazzino non dà gli esiti sperati, viene quindi abbandonato. Rocco, suo amico e compagno lo ritrova e lo accompagna in un avventuroso viaggio verso il suo sperduto villaggio guineiano, dove la sua famiglia lo aspetta. Rocco e Thabo vanno verso l’Africa, scappando da quell’Europa cinica, ignara della crisi economica futura, che mette al primo posto l’economia e i suoi guru, alla ricerca di una dimensione umana e collettiva che l’occidente sembra ormai aver smarrito. Un viaggio inverso a quello di Yaguine e Fodé che proprio alla forte, potente e ricca Europa, avevano rivolto le loro speranze e la loro richiesta di aiuto. Viaggio inverso ma ugualmente pieno di speranza in cui l’amicizia dei due ragazzini diventa nuovo motore, nuova linfa e dona immagini di grande tenerezza e liricità. I due viaggi, fatti a differenza di dieci anni, vengono messi a paragone per far riflettere su certi meccanismi di sfruttamento umano che la società occidentale continua a perpetuare. Allora forse è proprio quel piccolo mondo sconosciuto, è proprio l’Africa con i suoi villaggi, le sue comunità che si salva perché ancora genuina, ancora vergine da certi meccanismi economici che cancellano il rispetto per il prossimo e annullano la coscienza del degrado. E’ proprio nel piccolo villaggio guineiano che troviamo ancora quei rapporti autentici e quel rispetto verso gli umani che l’Europa e l’occidente hanno dimenticato. Il sole dentro è stato girato nel piccolo villaggio da cui provenivano i due piccoli eroi, con l’aiuto e la collaborazione degli abitanti del luogo che si sono improvvisati attori e hanno dato una mano alla realizzazione della pellicola. Grande contributo professionale hanno dato gli attori Angela Finocchiaro, Francesco Salvi, Giobbe Covatta e Diego Bianchi che hanno sposato in pieno una causa a cui nessuno dedica attenzione e hanno investito il loro impegno nel promuovere il film che è fin troppo veritiero e invita a riflettere sul complesso ingranaggio del consumismo spinto arrivato ormai al punto di collasso e sullo sfruttamento morale e materiale di una parte del mondo nei confronti dell’altra parte. Tematica assai scomoda sulla quale nessuno è mai disposto a confrontarsi, né tantomeno proporre soluzioni fattive e migliorative. Il film è stato tenuto nelle sale per sole due settimane e non ha avuto molto seguito, forse perché non è il solito cinepanettone che fa sbellicare dalle risate, forse perché non conveniva fare molta pubblicità su un argomento così scomodo, eppure è un film da vedere e far girare nelle scuole, o anche tra i ragazzi che con tanta passione giocano a calcio per far comprendere che esiste anche un’altra realtà, della quale, è bene fin da piccoli, essere consapevoli, se non altro per continuare a coltivare una piccola speranza di un grande cambiamento.

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