TEMPI DURI PER L’ONOREVOLE

( Carlo Barbieri)

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La buvette di Montecitorio

Il marito e papapà (papà parlamentare) rientrò a casa con una faccia distrutta e crollò sulla sedia a capotavola sotto lo sguardo preoccupato della famigliola. Mentre il fido Selim cominciava a versare i tortellini in brodo nei piatti Limoges, l’onorevole prese la borsa di pelle nera che aveva lasciato cadere a terra e ne tirò fuori un involtino.

-Non l’ho mangiato. Buttalo, Selim.

-Ma come, mi sono alzata alle sei e mezza per fartelo con le mie mani…

-Maria Lucrezia mi sono vergognato a mangiarlo davanti a tutti. L’unico posto dove avrei potuto mangiarmi un panino con la mortadella di nascosto era il gabinetto ma erano tutti occupati. Tutta gente che aveva avuto la stessa idea, ne sono sicuro.

-Ma perché poi ti sei fissato con il panino? Perché non sei voluto andare alla bouvette come gli altri, scusa?

-Alla bouvette? E “come gli altri” chi? Cara mia la bouvette è presidiata da quei maledetti che ti fanno i filmati con i loro telefonini. Mi volevi vedere sul blog di quello là? “Niente più pasti di lusso, l’onorevole Sgranfoni costretto a pulirsi la bocca con un tovagliolo di carta?”

-Ma così sei rimasto digiuno… povero papapà- fece il leggermente obeso GianEnricoMaria trangugiando una cucchiaiatona di tortellini.

-E questo è niente. Maria Lucrezia cosa ti avevo detto a proposito del maglione?

-Che mi avevi detto? Che quelli là volevano smetterla con l’obbligo della giacca in parlamento e che tu volevi andare con un maglione sotto la giacca per ogni eventualità.

-E tu?

-E io te l’ho dato e te lo sei messo sotto. Ma che vuoi dire?

-Voglio dire che quando ho visto che tutti si erano posti lo stesso problema e giravano vecchi parlamentari in felpa e persino tuta blu da operaio, mi sono levato la giacca.

-E..?

-E mi sono ritrovato con un maglione Missoni.

-Il primo che ho trovato, c’era buio e ti volevo lasciare dormire un altro po’… ma quello è cachemire, e poi Missoni si abbina con tutto, sono sicuro che eri elegante.

-Se ero elegante? Certo che ero elegante! Elegantissimo! Maria Lucrezia ma non lo capisci, girare con un maglione di lusso in mezzo a… oddio Maria Lucrezia ma quel maglione è quello che mi sono comprato insieme alla tua borsa Louis Vuitton quando ci siamo fatti la crociera a Capo Nord?

-Sì. Che bella cro…

-Aaaaaargh! Ommiodio. Ommiodio!

-Che hai Filippo? Mi spaventi!

-Ommiodio. Ommiodio. Se a qualcuno gli viene in mente di controllare come l’ho comprato… la crociera… la carta di credito… i rimborsi elettorali… ommiodio…

-Non mi dire che… ommiodio…

GianEnricoMaria scivolò giù dalla sedia e scappò nella sua stanza mentre la piccola Chantal, che si era impadronita del pesante cucchiaio d’argento e lo sbatteva felice sul brodo sollevando spruzzi tortellinici, canticchiava “ommiodio ommiodio”.

Quell’episodio segnò l’inizio di una violenta depressione dell’onorevole Sgranfoni. Una depressione che covò sotterranea fino a quella brutta domenica in cui il piccolo GianEnricoMaria chiese al suo papapà di fargli vedere uno dei cartoni animati della sua fornitissima cineteca.  Poco più tardi un urlo, un fracasso terribile e i singhiozzi di GianEnricoMaria segnalarono che all’onorevole Sgranfoni era andato definitivamente di volta il cervello. L’onorevole era stato più veloce di Pinocchio e aveva distrutto, con il lancio di una scarpa calibro 43, il televisore 50 pollici e il Grillo parlante.

Carlo Barbieri è uno scrittore nato  a Palermo. Un “Siciliano d’alto mare” secondo la definizione di Camilleri, ma “con una lunga gomena che lo ha sempre tenuto legato alla sua terra”, come precisa lui stesso. Ha scritto fra l’altro “Pilipintò-Racconti da bagno per Siciliani e non”  e il giallo “La pietra al collo” .Collabora con www.ilfattobresciano.it

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