Tamara De Lempicka

( Carla Amirante)

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Famosa pittrice del novecento, Tamara De Lempicka usò in arte questo cognome che era quello del marito Taddeus De Lempicki, ma il suo nome e cognome da ragazza era Tamara Rosalia Gurwik-Gorska.  Tamara nasce il 16 maggio del 1898, non si sa con certezza, se a Varsavia o a Mosca; durante un viaggio in Italia con la nonna nel 1907 scopre la sua passione per l’arte avendo visto nei musei e nelle chiese le opere pittoriche dei nostri più grandi artisti. Tornata in famiglia, contro il parere dei genitori, interrompe gli studi e si trasferisce a San Pietroburgo presso la zia Stefa Jansen, dove conosce il giovane Taddeus, che sposa nel 1916 poco prima dello scoppio della rivoluzione russa, il quale, coinvolto nelle file della controrivoluzione, è arrestato ma presto liberato grazie alle relazioni della moglie

. Dopo questo fatto, i giovani sposi si trasferiscono prima a Copenaghen, poi a Parigi dove nel 1920 nasce la loro figlia Kizette; ma poco dopo il parto, Tamara decide di dedicarsi alla pittura frequentando l’Académie de la Grande Chaumière e l’Académie Ranson, poi, studiando con i maestri Maurice Denis e André Lhote, può affinare il suo stile che realizza con un’originale interpretazione dell’Art Décò. Acquisita una notevole padronanza nell’uso del colore e delle linee, dal 1922 incomincia ad esporre con regolarità le sue opere prima al Salon d’Automme e poi in altre mostre fino alla seconda metà degli anni Trenta, mostrando di avere tratto profitto dagli studi, dall’esistenza trascorsa in più nazioni, dai viaggi in Italia, in Germania e per l’Europa. Sempre per amore dell’arte ed il desiderio di perfezionarsi, l’artista polacca nel 1925 con la madre, si reca nuovamente in Italia per studiare i grandi pittori classici; durante il soggiorno nel nostro paese conosce il poeta Gabriele D’Annunzio al quale desidera fare un ritratto che però non le è possibile realizzare per gli approcci seduttivi del vate. Nel 1928 il divorzio dal marito è tale che porta Tamara ad una profonda crisi esistenziale, a causa della quale la pittrice rivolge il suo interesse a soggetti di contenuto pietistico accanto ad altri che la ritraggono giovane e bella: famosissimo è il suo Autoritratto dove lei, alla guida di una vettura Bugatti color verde, si ritrae come una diva degli anni ruggenti, così ben descritti dallo scrittore americano F.S. Fitzgerald. Nel 1933 sposa il barone Raoul Kuffner de Diòszegh con il quale, allo scoppio della seconda guerra mondiale, si trasferisce a Beverly Hills in California, e poi nel 1943 a New York dove continua a dipingere ed a organizzare mostre tra la città di residenza e quelle di Los Angeles e San Francisco. Dopo un lungo periodo di pausa artistica la Lempicka ritorna a proporre al pubblico le sue opere nel 1962 in una mostra a New York, ma non ottiene il successo sperato e molte sono le critiche rivolte al suo nuovo stile ottenuto con l‘uso della spatola e la scelta di soggetti astratti. A questo avvenimento molto deludente fa seguito un altro molto più doloroso: la morte del secondo marito, avvenuta alla fine del 1962, che segna profondamente l’animo dell’artista. Tamara, per il dolore di quella perdita, si trasferisce ad Huston vicino alla figlia Kizette, ma nel 1969 ripresasi dal lutto si reca a Parigi per continuare a dipingere e per allestire una grande mostra antologica delle sue opere, avvenuta nel 1972 presso la Galerie du Luxembourg, dove ottiene un grande successo dopo anni di critiche ed oblio. Ormai ottantenne la Lempicka va a vivere Cuernavaca, in Messico, dove muore nel 1980, avendo prima scritto nel testamento che le sue ceneri siano sparse sul cratere del vulcano Popocatépeti.

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