Giuseppe Cuneo … un cronista siciliano del Settecento – Parte I

(A. Lo Nardo)

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Le poche notizie biografiche su questo autore ci derivano dai suoi manoscritti Avvenimenti della nobile Città di Messina occorsi dalli 15 agosto 1695 nel qual giorno si promulgò la scala franca, quattro volumi conservati a Messina presso la Biblioteca del Museo Regionale di Messina. I manoscritti, dopo vicissitudini varie, furono – nel 1884 – offerti in vendita dai coniugi Vincenzo e Antonina Palumbo al Comune di Messina che li acquistò con delibera della giunta municipale del 19 febbraio 1885. Conosciuti e ampiamente utilizzati da storici ed eruditi per tutto il Novecento, sono stati trascritti, curati e pubblicati soltanto recentemente. Giuseppe Cuneo nacque verso la metà del secolo xvii a Messina che lui definì sempre “mia dilettissima patria”. Rivolgendosi indirettamente a Matteo Moschella, monaco francescano dei Minori Osservanti e vescovo di Cefalù, Cuneo afferma «fummo assieme condiscepoli nel Collegio delli Padri Gesuiti dall’anno 1663 fino all’anno 1666; doppo tu ti facesti Religioso, et io seguì e medesimo Colleggio li studj fino all’anno 1674, nel quale anno incominciò la guerra, ruina e precipitio della nostra città e madre di Messina». Nel 1674, infatti, Cuneo abbandonò gli studi per partecipare alla rivolta di Messina contro la Spagna e fu incaricato, assieme a due sacerdoti e un chierico, di assistere i prigionieri spagnoli rinchiusi nei sotterranei del Grande Ospedale Civico. Nel 1675, quando i prigionieri spagnoli furono liberati egli li accompagnò fuori città fino al Convento di Santa Maria di Gesù Superiore e – in quella occasione – «a me che ero il più giovane […] e ad alcuno di essi l’havevo fatto qualche servitio particolare e datogli qualche carità, mi fecero cose grandi e quasi quasi mi havevano persuaso d’andare in Melazzo»; ma – in quella occasione – Cuneo preferì restare a Messina. Pur essendo stato un sacerdote, non sembra abbia fatto parte di un qualche ordine religioso anche se in un punto dei suoi manoscritti si dichiarò «Procuratore del Monasterio di Basicò»; d’altronde in un altro punto, lui stesso aggiunse «havea una schiava negra di età d’anni 25 della città di Coron in levante, venuta in Messina sei ani prima e si chiamava Mabruca», cosa che non sarebbe stato assolutamente possibile se fosse stato un monaco.

Nel 1678 gli spagnoli, tornati a Messina, misero in atto una feroce repressione sotto la regia del viceré Francesco Benavides, conte di Santo Stefano; fu abolito il Senato e distrutto il Palazzo senatorio. Cuneo assistette impotente alle scorrerie perpetrate dalla soldataglia del viceré, ma – in un certo senso – si vendicò compilando due elenchi di nomi, di notevole valore storico: una “Nota delli nome e cognomi delli Merli inimici di Messina loro Patria e Madre” e un elenco «degl’altri Messinesi defensori della loro patria […] che prontamente exposero i loro petti e smorzarono con il loro sangue la sete canina, che quelli havevano contro la loro madre». Non è nota la data di morte di Cuneo.

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L’opera di Cuneo Avvenimenti … inizia dal 15 agosto 1695 quando a Messina «ad hore 21 incirca si promulgò la Scala Franca con solennità tale, che non si credeva né sperava» e si compone di quattro volumi manoscritti. La Scala Franca concedeva a Messina una serie di vantaggi economici molto simili a quelli garantiti dallo status di porto franco in base al quale tutte le merci in entrata ed uscita erano esenti da dazi. L’autore premette, nella parte i, la descrizione di episodi che risalgono ai primi del secolo xvii appresi dalla testimonianza di cittadini più anziani rivendicando, nella prefazione alla parte terza, la veridicità di quanto scrive essendosi attenuto alla «realtà e verità dell’attione puramente e semplicemente, senza altro fine». La seconda metà della parte i e tutta la parte ii descrivono avvenimenti dal 1695 al 1700 con una serie di lunghissimi intercalari che rimandano ad episodi molto anteriori. Infine, la parte iii e iv assumono la forma di un vero e proprio diario con annotazioni che vanno dal 1° gennaio al 31 dicembre e descrivono tutti gli avvenimenti degli anni 1701-1702. L’opera non ha particolari pretese stilistiche o di eleganza formale in quanto per Cuneo la storia si riduce alla semplice registrazioni degli eventi ricorrendo, per meglio esprimerla, alla forma dialettale, come spesso si incontra negli Avvenimenti. Pur sforzandosi di essere obiettivo, Cuneo non riesce del tutto a nascondere il suo punto di vista nella parte che concerne la gloriosa guerra di Messina contro la Spagna. L’opera presenta, anche, interessanti aspetti dal punto di vista etnografico, antropologico e di storia locale raccontando episodi o avvenimenti, alcuni dei quali ricordiamo brevemente.

Un pensiero riguardo “Giuseppe Cuneo … un cronista siciliano del Settecento – Parte I

  • 20 febbraio 2014 in 12:08
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    Non posso esprimere un giudizio perché l’opera di Giuseppe Cuneo si trova solo nelle biblioteche di Messina e di Palermo: sapete dirmi dove la si può acquistare?
    Grazie

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