LA CARMEN DI AMODIO

(Salvatore Aiello)

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Foto Teatro Massimo

E’ andato in scena al Massimo di Palermo il balletto Carmen su musica di Bizet con adattamento ed interventi musicali originali di Giuseppe Calì, coreografia di Amedeo Amodio nata nel 1995 per l’Aterballetto. Nella conferenza stampa ha ricordato Amodio la genesi della sua Carmen, concepita allorché da ragazzino, faceva parte del corteo dei paggi che affiancavano l’ingresso di Anna Bolena della Callas e ha ricordato ancora il coreografo che al termine dell’opera si creò un gran frastuono per smontare le scenografie, così ha pensato di ambientare il suo spettacolo, fatto di personaggi che per caso si incontrano dando vita ad una storia tragica di amore e morte obbediente ad un fato imperscrutabile che vuole inverare in Carmen la libertà di scegliere di amare chi si vuole.

Carmen è un personaggio della drammaturgia operistica che non conosce tramonto e che si sostanzia di sangue e di arena in una Spagna assolata e tormentata messa in risalto dalla grande vena ispiratrice di Bizet che ha anche saputo creare, per compiacere la borghesia in contrasto con la passionaria protagonista, la docile e tenera Micaela.Chi credeva che Amodio rispettasse in pieno lo svolgimento dell’opera è rimasto certamente deluso perché la sua operazione era invece la scarnificazione di essa; ciò che infine per lui conta è l’attualità dei personaggi e delle loro reazioni istintivamente colti a nudo. La sua coreografia ha messo al bando ogni virtuosismo, ogni riferimento particolare, in qualche momento in contrasto con ciò che la musica raccontava per cui i protagonisti sulla scena agivano liberamente, senza irreggimentati schemi, senza visibili particolari effetti coreutici. La palermitana Eleonora Abbagnato, attesissima, per la prima volta affrontava il personaggio dopo averlo interpretato nella creazione di Roland Petit dando ancora un saggio delle sue abilità tecniche, del maturato dominio del palcoscenico e della sua espressività, pochi gesti, passi poco tumultuosi ma sempre tesi a raccontarci le vicende della sigaraia in perfetta sintonia con Nicholas Le Riche un Don Josè abile, vittima e succube del lacerante ostaggio dei sensi che lo porterà al femminicidio finale allorchè il sangue sgorgherà sul vestito bianco di Carmen. In risalto l’ingenua Micaela di Ashley Bouder e con loro completavano il quartetto l’Escamillo di Alxandre Gasse un giovane che ha esibito talento e totale partecipazione al ruolo. Valido l’apporto dell’orchestra guidata dall’attenta discreta direzione di Mikhail Agrest e del Corpo di ballo del teatro Massimo. Le scene e i costumi erano di Luisa Spinatelli.

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