OCCHIALI PER LEGGERE E PER SEDURRE

(Pino Morcesi )

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Tommaso da Modena – Capitolo di S. Nicolò a Treviso

L’uso degli occhiali pare che risalga a Nerone che, come racconta Plinio il Vecchio, guardava i giochi dei gladiatori attraverso uno smeraldo. Cicerone nel secolo precedente si lamentava di quanto fosse fastidioso dover avere schiavi che leggessero ad alta voce i testi per lui. Gli studi di ottica cominciano, nell’XI sec. quando il fisico arabo Alhazen scrive il trattato Opticae Thesaurus. Per passare dalla teoria alla pratica occorre ancora del tempo e soltanto alla fine del ‘200 si cominciano a fabbricare occhiali, ma con grande circospezione, perché si rischiava l’accusa di eresia, come accadde a Ruggero Bacone. I primi artigiani ottici sono stati i monaci domenicani di Venezia che si avvalsero delle tecniche degli artigiani del vetro. Nel giugno 1301 la Corporazione dei lavoratori del vetro prescrisse che coloro che fabbricano vitreos ab oculis ad legendum dovevano iscriversi alla Corporazione ed impegnarsi a non rivelare i segreti dell’arte. Nello stesso tempo la Serenissima fa trasferire le fabbriche a Murano per tutelare i segreti dell’arte.

I primi occhiali vengono incontro alle difficoltà visive dei presbiti e solo nel 1400 se ne fabbricano anche per i miopi. Raffaello ritrae Leone X, Giovanni de’ Medici, con un paio di lenti concave, che pare si fosse fatto costruire per servirsene durante le battute di caccia. L’uso degli occhiali si diffonde sempre di più, naturalmente nel ceto più abbiente, ma il problema è quello di trovare una montatura delle lenti comoda e funzionale. Nel XVII sec. si montavano su un’asticella che passava sulla fronte e veniva fissata sotto l’acconciatura dei capelli oppure su cuoio e legate intorno al capo con una striscia pure di cuoio; successivamente si elaborano la lorgnette (un occhialino dalle lenti ripiegabili su se stesse da riporre in un astuccio di tartaruga che funge da manico), il pince-nez ed il monocolo. Da utile strumento a feticcio di glamour il passo è stato relativamente breve. A Venezia nel ‘700 era di moda portare in gondola un monocolo di vetro verde, con montatura in lacca veneziana decorata con figurineo in corno o in oro, per attenuare il riverbero della luce sull’acqua. Vi erano anche lenti con parasole laterale o frontale. Il verde nelle sue varie sfumature divenne la caratteristica di quelle fabbricate a Venezia ed oggi costituisce un indizio prezioso per la datazione di lenti antiche. La lente, come il più famoso ventaglio, diventato bene di consumo di lusso che distingue le classi sociali, permette di mettere in atto, celandosi, strategie seduttive fondate sul gioco di sguardi. Da allora il fascino degli occhiali come indice di eleganza e seduzione continua.

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