PER LA XXX STAGIONE DELLA MAZZOLENI “IL MIRACOLO SI RINNOVA”

(Gaetano Albergamo)

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I corsisti del Texas e i docenti alla Biblioteca Mazzoleni

 

Il 3 gennaio, negli austeri locali dell’Archivio Storico Comunale, si è inaugurata la XXX Stagione Concertistica dell’Associazione Amici dell’Opera Lirica Ester Mazzoleni con un evento di particolare attrattiva, in collaborazione con gli artisti dell’Abilene Christian University del Texas diretti da Rick Piersall: la rappresentazione, in forma semiscenica, di uno dei lavori più noti di Gian Carlo Menotti Amahl e i visitatori notturni, operina in un atto su libretto dello stesso musicista, commissionatagli dalla NBC di New York, composta e pensata per le festività natalizie andò in scena, in prima assoluta, il 24 dicembre del 1951 con grande successo.

 

 

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Per Palermo si è scelta la versione in inglese con didascalie. Semplicissima la trama, quella di una coinvolgente e tenera fiaba che potrebbe avere come sottotitolo “Un miracolo a Natale” incentrata attorno alla figura di Amahl , lo sfortunato pastorello diversamente abile, della sua mamma e del loro incontro con i tre re Magi ai quali Amahl offrirà la sua stampella di claudicante affinchè essi la portino in dono a Gesù e per tale gesto egli verrà sanato. Beccy Hutton al pianoforte con puntualità ha messo in evidenza il raffinato tessuto musicale dello spartito che vive anche di richiami dei più grandi compositori del Novecento. Per dare vita al rapporto tra la connotazione infantile di Amahl e quella sofferta e triste della madre davano il meglio di sé Rachel Hurst in risalto per l’espressività, tra malinconia e spaesamento, mentre Jennifer Magill, disegnava a tutto tondo un profilo di madre ansiosa e tormentata ma alla fine generosa nel congedarsi dal figlio. Simpatica e valente la presenza dei Magi: Clinton Snyder (Melchior) di buon aggetto, Clinton Perdue (Kaspar) di accenti luminosi, Aaron Vaught (Balthasar) dotato di una vocalità interessante per colore e densità di suono; completava il cast il paggio di Marc Gutierrez. Impegnato per omogeneità e sonorità il coro dei pastori. Rassicuranti la direzione e le note registiche di Rick Piersall.

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Rick Piersall

A chiusura del Corso di interpretazione: “La parola nella musica” a cura di Salvatore Aiello e Gaetano Albergamo con l’apporto pianistico di Calogero Di Liberto, il 7 gennaio, sempre all’Archivio Storico, si concludeva la collaborazione statunitense con il recital del basso-baritono Rick Piersall che si è distinto in un programma di rilevante impegno per varietà di genere e stile dei diversi compositori: da alcuni lieder di Richard Strauss dove metteva in luce tinte morbide, raccolte con interpretazione convincente, al Mozart delle Nozze di Figaro e al Verdi di Ernani e I vespri siciliani in cui esibiva toni di severo cipiglio ed austerità ed infine a brani da musical tra i quali il duetto “All I ask you” dal Phantom of the Opera che ha visto la gradevole partecipazione di Megan Lewis. Ai piedi del programma un ritorno al Verdi con il quartetto dal Rigoletto, interessante per sintonia, musicalità e carica interpretativa meso in luce dalle voci di Piersall (Rigolòetto), Naomi Worley (Gilda), Kaleigh Sutula (Maddalena), Clinton Perdue (Duca di Mantova). Un gradita ed inaspettata sorpresa, siglava la serata, grazie all’avvincente e calda voce di Gabriel Thompson che offriva una lettura appropriata e simpatica della pucciniana aria “O mio babbino caro” .Calogero Di Liberto ha dato il suo valido supporto al concerto confermandosi anche solista autorevole e carismatico in “Sent from my iPad” da Tango di I. Albeniz e “Tango brasileiro” da Odeon di E. Nazareth; una vera delizia per le orecchie ed il cuore per l’ispirata e totale intimità con la musica di cui ci ha offerto ancora un saggio di vivido e ricco pianismo fatto di fraseggi intensi e comunque liricamente rivissuti. Grande il consenso del pubblico numerosamente presente nelle due serate a testimoniare che la buona Musica e l’Arte ancora oggi hanno un fascino irrinunciabile in un mondo opaco, come il nostro, in cui ci è toccato vivere.

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