LA COMMEDIA DELL’ARTE

( Irina Tuzzolino)

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Dal ‘500 al ‘700 dall’Italia si diffondono in tutta Europa da Lisbona a Mosca, dal Brennero alla Polonia le compagnie teatrali formate da attori- autori della Commedia dell’Arte o dell’improvviso. La loro esperienza teatrale è ricca e complessa e comprende generi diversi non soltanto il ridicoloso, ma anche il lacrimoso e il dramma pastorale e generi misti come la tragicommedia. Notizie dei Comici dell’Arte si ritrovano in diversi atti dell’epoca, in lettere, citazioni, ma soprattutto nei loro zibaldoni – copioni, contenenti scene, poesie, canovacci, per il loro teatro in progress che si arricchiva di tappa in tappa e si diversificava al diversificarsi del pubblico e della committenza. La loro esperienza teatrale porrà le basi del teatro moderno di Shakespeare e di Moliére. Non si tratta perciò di attori rozzi e saltimbanchi, ma di gente esperta e d’ingegno.

Le compagnie teatrali di solito sono formate da dieci attori, due donne e otto uomini. Nei documenti si trovano menzionate attrici come Isabella Andreini, ammirata da Lope de Vega e Vittoria Piissimi ,lodata da Tommaso Garzoni. La presenza delle donne sulla scena contribuì alla condanna moralistica dei Comici tout court. Le parti dei personaggi della rappresentazione non erano scritte, perciò si esigeva da parte degli attori prontezza d’ingegno, ma anche una specializzazione nel ruolo. La riforma teatrale di Carlo Goldoni mise in crisi la commedia dell’arte portando al successo la commedia di carattere e di costume. Ma un’eco di Pantalone rimase nel Sior Todaro, un’eco della servetta in Mirandolina.

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