LA STAGIONE SINFONICA DEL MASSIMO

(Salvatore Aiello)

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Giovedì 5 marzo ben due avvenimenti hanno segnato la vita musicale del Massimo di Palermo: l’inaugurazione prima del “Caffè storico” che rinasce proprio nella location pensata dal grande Basile per accogliere il pubblico di melomani e turisti che possono godere anche dell’attrattiva di ritratti dei personaggi più significativi dell’Opera dell’ultimo cinquantennio e l’avvio della Stagione Concertistica dedicata a Ludwig van Beethoven con la presenza del pianista Barry Douglas, vincitore del concorso Caikovskij 1986 e di Maxime Pascal sul podio, anche lui vincitore del prestigioso premio “Nestlé Salzburg festival young conductors award”.All’inizio del programma una vera chicca in prima assoluta a Palermo, l’esecuzione della Cantata per l’Incoronazione dell’imperatore Leopoldo II di Asburgo Lorena WbO 88. commissionata a Beethoven per inneggiare e ben augurare il novello regno; il testo di Averdonck riaffermava il principio della monarchia per diritto divino anche se il divino, in questo caso, era costituito dall’Olimpo pagano.

 

Ad eseguirla concorreva il soprano Maria Chiara Chizzoni  ;nonostante un leggero malessere annunciato, ha dato una prova di sicura e solida tecnica che le ha consentito di affrontare anche esiti di canto barocco in costante dialogo col flauto, violoncello e con un’orchestra che rendeva del tutto la solennità della composizione, ritenuta da Ballola la più brillante e monumentale aria del compositore di Bonn. A seguire l’esecuzione del Concerto n.1 op.15 in Do maggiore, in realtà il secondo. L’introduzione orchestrale del I movimento accoglieva l’ingresso del pianoforte che si imponeva quasi subito con brillanti passaggi virtuosistici ed evidenziava il pianismo sciolto, levigato, intenso per pathos, del pianista irlandese in perfetta sintonia con l’orchestra regalandoci nel Largo sonorità morbide di ordito chiaro , emozionanti per tenuta e lirici abbandoni. Il Rondò finale, considerato il brano più originale del Concerto anche da Wagner, trovava una perfetta osmosi tra pianoforte tecnicamente agguerrito ed orchestra che dipanava eleganza strumentale e piacevole intesa. Nella seconda parte campeggiava l’esecuzione della Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore op. 55 “Eroica”, documento straordinario del compositore che si proponeva come uomo nuovo della Musica facendosi carico di tutte le passioni,dei dolori degli umani. Beethoven la concepì per omaggiare l’avvento dell’eroe voluto dal fato, così era sentito Napoleone allorché incarnava i principi democratici-rivoluzionari ma ben presto,traditi, rivelarono la statura del Conquistatore; abolita la dedica per la delusione politica ne restò però innervata la tensione eroica. Il giovane Pascal con decisa presenza a capo di un’orchestra duttile, compatta, attenta alle sue indicazioni di reggere e significare tutte le preziose indicazioni della partitura ci regalava momenti alti di interpretazione ed espressività.Sin dall’Allegro con brio, del giovane conduttore colpiva la robustezza della trama orchestrale che poi trovava riposo in un lirismo intimo disegnando una tela di contrasti ed evidenziando ancora una volta la fantasia sbrigliata dell’autore capace, in maniera del tutto originale, di comporre e scomporre temi che lasciano il segno; nella Marcia funebre e nell’Adagio assai, conquistava fremiti di elaborazione maestosa. Dello Scherzo si sentiva tutta l’inquietudine interiore e il finale siglava, attraverso temi popolareschi,la profonda ispirazione di cantare in modo prometeico quanto di esigente c’è nell’umanità intenta alla conquista dei sentimenti più nobili e generosi. Una serata di grande successo, ce ne ricorderemo.

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