I LUOGHI DELLA NATURA

( Tommaso Aiello)

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Leggendo in questi giorni l’ultimo numero di The Lion, mi è tornato alla memoria che il nostro motto “WE SERVE” è nato nel 1954 proposto, dopo un concorso, dal lion D.A.Stevenson, e mi è venuto spontaneo chiedermi de in questi 71 anni abbiamo applicato pienamente questo motto. La risposta che mi sono dato è stata immediatamente SI. Basti pensare al Sight First, al Lion Quest, agli aiuti umanitari al terzo mondo per esserne certi. Tuttavia alla luce degli ultimi avvenimenti mondiali come la distruzione di interi templi da parte di una fazione intransigente del mondo musulmano, o la distruzione parziale di beni culturali, che sono la nostra memoria, da parte di inqualificabili facinorosi tifosi di squadre di calcio, mi è sorto il dubbio che noi Lions in questo settore abbiamo operato solo saltuariamente e dire che la cultura è forse l’aspetto portante e più importante della nostra civiltà. Salvaguardare i beni culturali è un dovere di tutti noi, Lions o non Lions, perché è la nostra storia, la nostra memoria, il nostro stesso essere.

E dico questo con cognizione di causa, in quanto sono ormai tre anni che tra la decine e decine di temi e service in programma ogni anno, è mancato quasi totalmente un tema che si riferisse specificatamente alla salvaguardia e valorizzazione dei beni culturali, che non sono fini a se stessi, come ha pensato forse qualcuno, ma hanno tanti valori, non ultimi la conservazione della nostra memoria e della nostra identità, e la possibilità di sfruttarli per fini economici(vedi tanti miei articoli precedenti su questa tematica), perché sviluppando i diversi aspetti del turismo c’è la possibilità di dare lavoro a tanta gente(anche questo è “WE SERVE”), specialmente in questo periodo di crisi economica mondiale. Ci sono paesi nel mondo che vivono ormai da tanto tempo col turismo. Sapete cosa scrive sulla rivista “Gattopardo” Gaetano Miccichè, un siciliano andato via da oltre trent’anni(ma porta sempre ne suo cuore la terra natia) per diventare direttore generale di Intesa S.Paolo e amministratore delegato di Banca IMI? <<La responsabilità del degrado della Sicilia non è imputabile solo alla classe politica, ma anche a tutta la classe dirigente. La Regione dovrebbe comprendere la straordinaria combinazione di virtù dell’isola, tra collocazione geografica, bellezze naturali, tesori artistici, architettonici, archeologici, ne fanno un unicum nel mondo. Ci sono i teatri greci, ci sono i templi, c’è Monreale, c’è Noto, c’è Piazza Armerina, c’è Taormina, c’è Siracusa, c’è Enna, c’è Agrigento, c’è Palermo…..Beni preziosi agli occhi di un mondo che ha sempre più voglia di viaggiare e con una nuova middle-class che considera il turismo come il proprio consumo più ambito: la Sicilia potrebbe primeggiare>>. E questo per dare tanto, ma tanto lavoro ai giovani, di cui una parte ancora a 30 anni continua a vegetare nella propria famiglia e una parte(per fortuna piccola) che decide di darsi alla delinquenza. E noi Lions cosa abbiamo fatto per indirizzare in questa direzione chi è preposto a farli istituzionalmente? Pochino, davvero pochino se si toglie il grande impegno di qualche Governatore nel decennio precedente. Anche questo sarebbe “WE SERVE”, perché saremmo utili a un’intera società che è la nostra e dei nostri figli. Apprendo con grande piacere che a Palermo alcuni club affronteranno proprio questa tematica e faccio loro gli auguri di grande successo. Io, nel mio piccolo, col mio blog(che non a caso porta il sottotitolo”Sicilia-Terra di culture”), quello importantissimo dei Lions, quello di Palermo dei Vespri “Il Vesprino”, quello di Siracusa “Heritage”, cerco di contribuire allo sviluppo di questo settore ed anche se la mia è una voce quasi isolata, “io ci credo” ed ecco che per questo mese ho scelto come tema: I luoghi della natura, presentandovi le “aree naturali protette” della nostra Sicilia. Diciamo subito che numerose sono le aree protette, ma nessuna elevata a parco nazionale e solo quattro i parchi regionali: Etna, Madonie, Nebrodi e area fluviale dell’Alcàntara e ci chiediamo a questo punto cosa ha fatto l’Assessorato competente in tanti anni di autonomia regionale per cambiare questa situazione che ci penalizza enormemente? Comunque, le moltissime riserve naturali regionali salvaguardano ambienti fra i più diversi, rappresentativi della varietà naturale che caratterizza la Sicilia. Si va dalle aste fluviali alle zone umide costiere e alle coste rocciose, dalle isole alle zone montane di varia tipologia, dalle zone boschive alle emergenze geologiche e grotte. Non mancano infine le riserve marine, che salvaguardano uno dei beni più preziosi della Sicilia: il mare con il suo meraviglioso ecosistema. E cominciamo con i quattro parchi, ognuno dei quali meriterebbe una più lunga ed approfondita trattazione, ma esula da questo lavoro di oggi che vuole essere uno stimolo per ognuno di noi a fare una più vasta ricerca.

Parco regionale dell’Etna:

Ha una superficie di 58.085 ha ed è stato istituito nel 1987. Questo parco tutela una regione vulcanica di grandissimo interesse, oltre che per il vulcano, per la presenza di una enorme varietà di specie vegetali. Seguendo una progressione sorprendente, man mano che si sale si passa dalla macchia mediterranea delle zone più basse a tutta una serie di forme montane(betulle, pini neri, faggi, castagni). Il parco ospita anche piante rare quali la ginestra dell’Etna e l’astragalo, oltre a numerosi rapaci.

Parco regionale delle Madonie:

Ha una superficie di 39.941 ha ed è stato istituito nel 1989. Il parco si estende alle spalle di Cefalù in una vasta area montana calcarea con presenza di fenomeni carsici. La vetta più alta è Pizzo Carbonara con 1979 m. Di particolare interesse naturalistico sono le estese faggete, oltre alla prateria d’alta quota e ai boschi di frassini e querce, al raro abete dei Nebrodi e al bosco di agrifogli giganti di Piano Pomo, al frassino della manna e alla farfalla Parnassius Apollo.

Parco regionale dei Nebrodi:

E’ il più esteso dei parchi avendo una superficie di 85.537 ha. Ed è stato istituito nel 1993.Questo parco è ricco di foreste di querce, cerri e faggi e di pascoli d’alta quota e comprende la zona di rilievi arenareo-argillosi(Monte Soro, 1850 m.) estesa nella parte nord dell’isola fra i Peloritani e le Madonie. Il nome deriva dal greco “nebros”, che significa “capriolo”, a testimonianza dell’antica ricchezza faunistica dell’area; vi si trovano pure i cavalli “sanfratellani” e, fra le specie endemiche,”la genista aristata” dai fiori gialli.

Ed infine il quarto parco:

Parco regionale fluviale del fiume Alcàntara:

ha una superficie di 1927,48 ha. Ed è stato istituito nel 2001. L’area protetta riguarda lo spettacolare canyon scavato dal fiume Alcàntara che si allunga per 50 km. Fra formazioni basaltiche modellate da eruzioni e repentini raffreddamenti.

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