A D’INTINO E BETTA LA TRENTESIMA EDIZIONE DEL PREMIO MAZZOLENI

(Gaetano Albergamo)

 

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Marco Betta, Luciana D’ Intino, Salvatore Aiello

Il salone delle feste di Villa Malfitano, gremitissimo di appassionati e cultori, ha accolto la manifestazione della consegna della XXX Edizione del Premio Ester Mazzoleni a Luciana D’Intino e dell’attribuzione della Rosa d’argento al compositore, di adozione palermitana, Marco Betta .Molto apprezzato il saluto del padrone di casa, il prof. Renato Albiero, insigne cardiochirurgo, che ha voluto manifestare e confermare la sua profonda stima per quanto l’Associazione Mazzoleni, nell’arco di un trentennio, ha saputo proporre e donare alla città, spesso immemore e distratta: “E’ rincuorante vedere la presenza di tanti votati per il culto e la diffusione dell’Opera, in una società che ha perso certi valori e passioni”. E’ stata poi la volta del presidente Salvatore Aiello che ha espresso felicitazioni per i risultati raggiunti in un trentennio: “Malgrado alcune difficoltà, non è mai venuto meno l’impegno e l’azione pedagogica di far giungere il messaggio della Musica a tutti gli strati sociali con la soddisfazione di vedere tanti giovani affermati sulle ribalte nazionali ed internazionali (Rancatore, Pizzolato, Guagliardo, D’Espinosa fra i tanti) e di avere organizzato oltre trecento concerti e varie attività”.

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Renato Albiero e Salvatore Aiello

Con il ricordo di Ester Mazzoleni ha avuto inizio il Concerto che ha visto la partecipazione di Adriana Calì, soprano lirico spinto di colore gradevole e consistente volume e che si è fatta apprezzare in pagine da Adriana Lecouvreur, Wally e La Gioconda e con lei il mezzosoprano Alessia Sparacio dalla vocalità appassionata e squisitamente lirica impegnata nella Sapho di Gounod e nel duetto da La Gioconda.

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Adriana Calì e Alessia Sparacio

Al pianoforte l’osannato maestro Calogero Di Liberto che oltre a sostenere le ragioni del canto ha deliziato, esaltato e commosso il pubblico nella parafrasi su Ernani di Verdi- Liszt e nella fantasia di Cavalleria Rusticana di Mascagni-Di Liberto. Al maestro Betta il compito di trasformarsi in convincente e valido pianista delle sue composizioni: “Haiu lu cori” da Sette storie per lasciare il mondo sussurrata con viva sintonia e malinconia da Alessio Sparacio e, in prima assoluta, l’esecuzione di tre liriche, su testo di Salvatore Aiello: “Fatima”, “A te che ci sei e sei” e “Che cosa resterà di me” nella trascinante interpretazione di Adriana Calì. E’ seguita la consegna dei Premi le cui motivazioni recitavano: a Luciana D’Intino che sulla scia della grande tradizione italiana si è distinta ed affermata come voce gloriosa per mezzi vocali esaltati dal caldo, lucente timbro e dal sontuoso volume che le hanno consentito di imporsi e spaziare dalla vocalità rossiniana e verdiana sino ai compositori della giovane scuola italiana e francese confermandosi, a pieno titolo, come una delle più importanti voci di mezzosoprano del nostro tempo sulle ribalte nazionali ed internazionali; a Marco Betta Compositore eclettico ed insigne, animo ed intelletto mediterranei, duttile ad affrontare agevolmente il teatro musicale, l’opera lirica, musiche di scena ed ispirate colonne sonore. Pur giovandosi della grande tradizione classica ha percorso linee compositive aggiornate, vivificate dalla conquista di suggestioni ed emozioni cifre della sua personalità umana ed artistica, imponendosi con moduli del tutto innovativi nell’odierno panorama musicale. Luciana D’Intino, grande signora del canto e della scena, ha voluto ringraziare il pubblico con due cammei particolari che hanno messo in luce ancora una volta la bellezza del timbro, l’uso sapiente della tecnica non disgiunta dalla carica interpretativa , affrontando due personaggi diversi: la Principessa di Bouillon dell’Adriana Lecouvreur e Carmen, suscitando una standing ovation da un pubblico grato per un’artista che aveva dato prova del suo magistero nelle recenti recite di Cavalleria Rusticana al Teatro Massimo.

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