I DUBBI E GLI INTERROGATIVI CHE ACCOMPAGNANO LA CRESCITA MORALE DELL’UOMO

(Mario Manca*)

Dal giorno in cui si nasce ha inizio il percorso della nostra vita che ci porta giorno dopo giorno a scoprire qualcosa di nuovo nel vasto  panorama del mondo intorno a noi. Cominciamo coll’individuare le persone che amorevolmente hanno cura di noi, per poi scoprire via via oggetti, suoni, colori e, non di meno, sensazioni sempre nuove, proprie della nostra crescita, che divengono ogni giorno più intense e comprensibili. A seguire intervengono altri eventi che non smettono di procurarci profonde emozioni: il primo giorno di scuola, le prime amicizie, la positiva conclusione degli studi, il primo lavoro, le prime gioie e, purtroppo, anche le prime avversità e i primi dispiaceri che inevitabilmente incontriamo nel nostro cammino. L’insieme di queste esperienze non può che andare a depositarsi nella nostra memoria e potenziare sempre più quel bagaglio di conoscenze assai prezioso per meglio orientare i nostri passi futuri. Il diventare maturi ci obbliga però presto ad una seria riflessione che immancabilmente diviene per noi foriera di interrogativi, di dubbi e di ansie che talvolta possono mettere in crisi la nostra esistenza e condurci finanche allo smarrimento. Peraltro, sappiamo tutti che il SUPREMO CREATORE aveva all’origine programmato tutti gli essere viventi, animali e vegetali, ma aveva lasciato noi umani, vien da dire come cani sciolti. Aveva quindi lasciato all’uomo il grande privilegio, ma anche il non lieve onere del libero arbitrio nella guida del proprio incedere, tanto verso il bene, come verso il male. E se l’entusiasmo e la vigoria giovanile tendono a farci credere i dominatori assoluti di questo piccolo globo terracqueo, ben presto la realtà della vita ridimensiona non poco codeste effimere  convinzioni. Vien da pensare che, più che giustamente, il PADRE ETERNO non avesse voluto privare  l’essere umano della facoltà di nutrirsi dei sacri valori morali e spirituali, finanche ad eccellere nelle virtù di onestà e di saggezza. Ma l’animo umano ben difficilmente riesce a sfuggire agli interrogativi e ai conflitti interiori, specie nell’epoca moderna, dove ogni uomo è costretto a muoversi in una sorta di giungla  popolata sovente da individui che non esitano a passare sopra il cadavere dei propri simili,  protesi solamente alla conquista del denaro o del potere. In un siffatto clima di disvalori e di crudi egoismi, la tentazione di imitare quegli individui è  sempre in agguato. Stante questa dura realtà, non possiamo che appellarci alla nostra intelligenza e alla nostra  forza morale che ci consigliano di andare alla ricerca di nuovi LUMI, al di fuori delle tante  lucciole che tendono ad abbagliare la vita dei nostri giorni. Dobbiamo intanto essere consapevoli che la strada della nostra crescita morale e spirituale è  pur sempre in salita. Verso dove dobbiamo quindi rivolgere la nostra seria attenzione? Punti di riferimento ne esistono per ciascuno di noi. La gran parte di noi ha certamente avuto la fortuna di nutrirsi 1n dalla tenera età degli esempi e dei buoni insegnamenti appresi dai nostri genitori. Così come la gran parte di noi ha avuto  modo di conoscere gli insegnamenti della fede cristiana che ci ricorda i preziosi Dieci  Comandamenti. E qui basti richiamarne uno per tutti: Non fare agli altri ciò che non  vuoi sia fatto a te stesso. E, in altri termini, rapportati con gli altri come vorresti che gli  altri si rapportino con te. E per giunta vi è da dire che gli anzidetti insegnamenti si leggevano già nei dettami delle  antiche religioni monoteiste che hanno preceduto l’era cristiana. E non solo; le regole che  caratterizzano i valori morali dell’uomo, ci venivano predicate anche dai grandi filosofi  dell’antica Grecia, come dell’antica Roma. Non basta però il considerarci persone oneste e rispettose del nostro prossimo, quando  vediamo che mai come oggi la nostra società viene invasa, a tutti i livelli civili e politici, dalla  mala pianta della disonestà e del disordine morale, a tal punto che le sue infestanti  ramificazioni tendono a oscurare sempre più l’orientamento dell’umana famiglia. Contro questa cruda realtà ciascuno di noi deve dunque impegnare l’intero potenziale della  propria intelligenza e della propria volontà per far sì che il nostro amato paese abbia a  riconquistare quei nobili valori di civiltà e di moralità che l’hanno contraddistinto nei secoli  passati. Insomma, non possiamo e non vogliamo assistere passivamente al declino della  nostra società. Le cronache che diuturnamente ci vengono servite dai media, non cessano di evidenziare i  molteplici e crescenti eventi delittuosi originati dal dilagare della disonestà civile e dal  disordine morale che sconvolge e avvelena sempre più la vita delle nostre famiglie. E viene  pure da temere che codesto triste panorama non ci induca via via a fare rientrare tutto ciò in  una sorta di normalità. Non è certamente questo il cammino della nostra crescita, quando pensiamo che il  progressivo impoverimento dei valori morali aveva sempre costituito la causa prima della  decadenza, se non della scomparsa, delle grandi civiltà che hanno preceduto la nostra epoca. Avevano tentato di insegnarcelo tanti saggi filosofi dei secoli passati. Vale qui la pena di  ricordare quanto il grande Platone, già nel quarto secolo a.C. scriveva nella sua “La  Repubblica”. “Quando un popolo, divorato dalla sete della libertà, si trova ad  avere a capo dei coppieri che gliene versano quanta ne vuole, fino ad  ubriacarlo, accade allora che, se i governanti resistono alle richieste dei  sempre più  esigenti sudditi, son dichiarati tiranni. e avviene pure che chi si dimostra disciplinato nei confronti dei superiori è definito un uomo senza  carattere, servo. che il padre impaurito finisce per trattare il figlio come suo  pari, e non è più rispettato, che il maestro non osa rimproverare gli scolari e  costoro si fanno beffe di lui, che i giovani pretendono gli stessi diritti, la stessa considerazione dei vecchi, e questi, per non parer troppo severi, danno ragione  ai giovani. in questo clima di libertà, nel nome della medesima, non vi è più  riguardo ne’ rispetto per nessuno. in mezzo a tanta licenza nasce e si sviluppa una mala pianta: la tirannia”. Saltando quattro secoli, ma riferendoci pur sempre a duemila anni orsono, qualche pensiero  toccante ce lo tramanda anche il pur controverso filosofo Seneca. “La saggezza non è  una conoscenza acquisita, ma una costante disposizione  dell’anima e una meditazione in continuo divenire. L’uomo non deve lasciarsi corrompere ne’ sopraffare dalle cose esterne: deve  puntare esclusivamente su se stesso, fiducioso delle sue capacità e pronto  anche a risultati indesiderati, ma artefice della sua vita”. Concludo infine con una considerazione significativa. Si sente talvolta attribuire un certo  senso di eroismo a comportamenti di alto valore civile di nostri contemporanei. Non possiamo  che esprimere plauso e ammirazione per quegli episodi edi1canti che onorano il consorzio  umano. Dobbiamo però tener presente pur sempre che per compiere un gesto di eroismo  possono bastare pochi minuti, ma per essere considerati dei veri galantuomini occorre tutta  una vita.

*L.C. Como Host

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