CHIESA E CONSERVATORIO DI S. AGATA ALLA GUILLA

 

(Giacomo Cangialosi)

La chiesa, di fondazione molto antica, era già esistente ai tempi della monarchia normanna tanto che presso di essa esisteva una porta urbica che ne prendeva il nome. Prese il nome della santa martire in quanto si credeva che fosse stata edificata sulla dimora di S. Agata come accadde anche per la chiesa di S. Agata Li Scorruggi presso le Mura. Guilla, secondo l’Inveges, è corruzione di Villa ma è più certo che Guilla origini da un temine arabo che fa riferimento a una polla d’acqua originata dal Papireto che scorreva nelle vicinanze. Alla fine del XV secolo la chiesa venne ricostruita quasi dalle fondamenta. Nel 1556 vi aveva sede una confraternita composta da nobili i quali nel 1580 accolsero anche la maestranza dei muratori che veneravano come patroni i Ss. Quattro Coronati, questi vi resiedettero fino al 1727. Nel 1685 don Girolamo Quaranta vi fondò un Conservatorio per alcune donne “levate dal peccato”, utilizzando alcune case poste dietro il presbiterio, che vennero denominate Maddalene pentite e molte Dame e Cavalieri si prodigarono con i loro beni per sostentare tali peccatrici che utilizzarono la detta chiesa per le loro devozioni. Dopo alcuni anni vennero acquistate altre case per cui il Conservatorio venne trasformato in monastero e, estinta la confraternita dei nobili, la chiesa restò nel possesso delle donne pentite.  Sono di questi anni gli abbellimenti barocchi dell’interno grazie anche alla munificenza di donna Isabella Maria Paceco duchessa di Uzeda. Negli ultimi decenni del XIX secolo la chiesa e il monastero passarono alle suore carmelitane scalze ed è di questo periodo l’infausto rimaneggiamento della chiesa che venne ridotta alla sola navata centrale mentre le laterali divennero locali di servizio. Dopo la seconda guerra mondiale la chiesa venne chiusa al culto con i danni che si possono immaginare: furti e spoliazioni. Nel 1995 venne effettuato un restauro strutturale e la chiesa e i locali del monastero vennero riaperti per visite occasionali, da anni ormai è nel più totale abbandono: ultima profanazione la scoperta di coltivatori di droghe all’interno del giardino del monastero!La chiesa con facciata a capanna inserita tra due strutture turriformi, presenta un bellissimo portale gaginesco affiancato da due colonne intagliate, e  in alto due loggette campanarie, i resti di un’altra porta e finestre gotiche li ritroviamo nella parete laterale destra su via S. Agata alla Guilla. All’ingresso il coro monastico sostenuto da colonne e l’unica navata rimasta con presbiterio semicircolare e quattro cappelle laterali, due per lato separate da due letterini per il coro. La volta e le pareti sono ornate da stucchi ormai in stato di degrado. Sull’altare maggiore era venerata un’immagine della SS. Trinità con Santi.

A sinistra nella prima cappella vi era una statua in marmo di “S. Agata”, in quella vicina al presbiterio l’affresco della “Madonna della Grazia” (trasformata in Madonna del Carmelo, con l’aggiunta nella mano dello scapolare, verosimilmente quando il monastero vene abitato dalle carmelitane) che si rese famosa per un miracolo “al contrario”: nel 1482 un giocatore che aveva dilapidato i suoi beni entrò in chiesa e, ritenendo la Vergine responsabile della sua sfortuna, la colpì con un pugnale, subito la Vergine impallidì e sanguinò, ma il reo, bloccato da una mano invisibile, non fu più capace di uscire dalla chiesa e, arrestato, venne condannato all’impiccagione. Mentre veniva condotto al patibolo avvenne un altro “miracolo”: nella facciata della casa di fronte la cappella della Madonna profanata venne fuori una pietra dove venne impiccato il malfattore. Maria Madre di Misericordia!!!! In questa cappella era pure conservato il pugnale e la pietra segni del prodigio.

Le foto per gentile concessione di Claudio Pezzillo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il nostro sito web utilizza i cookie per assicurarti la migliore esperienza di navigazione. Per maggiori informazioni sui cookie e su come controllarne l abilitazione sul browser accedi alla nostra Cookie Policy.

Cookie Policy