UNA STRADA ROMANA A BASOLE COMPLETA DI EFFICIENTI INFRASTRUTTURE DI SERVIZIO

(Amedeo Tullio)

(FIG. 1)

A Cefalù con le indagini archeologiche svolte in quest’ultimo quarantennio, ho avuto occasione di riportare alla luce significative vestigia dell’antica Kephaloidion, al di sotto dell’attuale centro storico della cittadina normanna il cui impianto rivela, malgrado alcune macroscopiche variazioni, la sua lontana matrice ellenica. Nell’area denominata “Corte delle stelle”, già occupata dall’edificio annesso alla cinquecentesca chiesa dell’Annunziata, è stato riportato alla luce, al di sotto di pochi resti di strutture “medievali”, un lungo tratto di una strada simile alle altre rinvenute nell’area urbana, ma orientata in senso NE-SO. Si tratta di un rinvenimento di notevole importanza e che è stato possibile salvare, inglobandolo in uno spazio museale all’interno del complesso realizzato dal Comune di Cefalù in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica e con l’Istituto di Archeologia dell’Università di Palermo, grazie alla proficua collaborazione interdisciplinare archeologo-architetto, rispettivamente Amedeo Tullio e Marcello Panzarella della Facoltà di Architettura della stessa Università. La strada, sistemata nel I sec. d.C., è: conservata per circa m 6,50 di lunghezza e poco più della metà in larghezza (ipotizzabile in m 3,49); è elegantemente pavimentata a basole di flysch  arenacico verdognolo con una canaletta ribassata, al centro, per il dilavamento delle acque meteoriche. L’arteria, in forte pendenza verso sud-ovest, è dotata di un efficiente sistema di adduzione dell’acqua potabile (fistulae di piombo e copertura con canali ad “U” capovolte) e della rete fognaria a elementi di terracotta a sezione quadrangolare coperti da grossi ciottoli. Elementi, questi ultimi, riportati in luce rimuovendo, all’uopo, una parte della pavimentazione stradale che, subito dopo, è stata risistemata a regola d’arte.

 

(FIG.2)

Sulla strada si affacciano due ambienti  preceduti da grandi soglie litiche ben conservate; con gli incassi per l’opera mobile (perni) e quelli per l’opera morta (telaio); sulla soglia più a Sud, originariamente munita con una porta a due ante, presenta chiari segni di usura in corrispondenza di quella che restava aperta.  Una fase precedente (IV-III sec. a.C.) è documentata dal rinvenimento di un muro, impiantato sullo strato di terreno non antropizzato.

(FIG.3)

La griglia urbana dell’antica Città, a plateiai (cardines) Nord-Sud e stenopoi (decumani) Est-Ovest, pare concludersi a Sud-Ovest proprio con la strada, scoperta nell’area della “Corte delle Stelle” che, orientata in senso nord/est-sud/ovest, si sviluppa parallelamente all’andamento del costone roccioso. L’impianto urbanistico che va delineandosi con sempre maggiore chiarezza, è dunque di “tipo ippodameo”, con isolati disposti in senso est-ovest (dimensioni m 30 x 60 circa). Dotato di funzionali infrastrutture di servizio, trova riscontri con altri impianti coevi siciliani e potrà contribuire, con nuovi e più approfonditi studi, ad arricchire la casistica di questo tipo di ricerche.

Per saperne di più: A. Tullio, I saggi di scavo, in La Basilica Cattedrale di Cefalù. Materiali per la conoscenza storica e il restauro,3. La ricerca archeologica. Preesistenze e materiali reimpiegati, Palermo 1985, pp. 13-114, figg. 1-153; A.Tullio; Le prime Cefalù. Memoria e immagini, Cefalù 2015, pp .54-56, figg. 64-66; A. Tullio, Lo scavo e le stutture, in A. Tullio – S. Aloisio, Kephaloidion (Cefalù): una strada ellenistico-romana con le sue infrastrutture, in Studi in memoria di Nicola Bonacasa (Sicilia Antiqua XIV, 2017), in c. di stampa.

Didascalie.

Fig. 1 –La strada da Nord-Est

Fig. 2 – Planimetria generale dell’area di scavo

Fig. 3 – Le infrastrutture visibili al di sotto della pavimentazione stradale

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