VIA DEI LIBRAI

(Francesco Paolo Rivera*)

La strada nella quale la corporazione dei Librai esercitava il commercio dei libri venne denominata via “dei Librara”. In mancanza di una suddivisione toponomastica della Città (il nome delle strade venne istituito nel 1805) le vie della città venivano denominate con il nome di qualche famiglia nobiliare che possedeva il palazzo nella via, o con il nome delle corporazioni che tenevano le loro attività mercantili o artigiane nella via, o per la presenza nella via di monumenti o chiese importanti. Anticamente la via dei Librara era stata denominata anche “Ruga de Pisis”. o “Ruga Pisanorum”, o “via dei Pisani” o “strada di Pisa” in quanto il commercio dei libri era accentrato nelle mani dei Pisani. Secondo la testimonianza di Vincenzo Di Giovanni (1) i librai erano insediati in quella che oggi è via della Loggia, per spostarsi poi, secondo il rilievo inciso dal Florimi (2) al centro del Cassaro tra via della Loggia e via A. Paternostro, per spostarsi ancora verso la strada di S. Francesco, così come si evince dalla carta topografica di Mario Cartari (3) del 1581 (posteriore a quella del Florimi). Comunque all’inizio del XVII secolo lo spostamento dei librai in via S. Francesco è un fatto compiuto. Come si vede le corporazioni amavano distinguersi tra di loro e non ammettevano promiscuità. Nella strada maestra di San Francesco, partendo da Piazza Aragona verso via Vittorio Emanuele, esercitavano il loro mestiere, sul lato destro della strada i venditori di chiodi, ferro, piombo e altri simili mercanzie, sul lato sinistro i sellari, i guarnamentari (4), i droghieri, i chitarrara (5) e, infine, i librai. Altri analoghi esempi: la via dei Chiavettieri da un lato era occupata dai magnani (6) e dall’altro lato dai Juppunari (7). A questo punto vale la pena, non tanto per accertare con la massima sicurezza la posizione del sito ove i librai svolgevano la loro attività, ma al fine di illustrare al lettore alcuni “fatti di cronaca” che hanno consentito di individuare, senza alcun dubbio, la strada dei Librai, e che – in assenza, a quell’epoca, di mezzi di comunicazioni di massa – sono stati riportati nel diario di Nicolò Palmerino (8) completato da Filippo Paruta (9) ma che, qui trascritti letteralmente, faranno conoscere episodi festosi della Panormus felix, ma anche episodi macabri della “meravigliosa Giustizia” che si esercitava in quel tempo in questa Città. Cronaca della festa del Re (10): “Sabato 20 ottobre 1607 ad ura una e menza di notti in circa. Si fici la cavarcata per la festa del Re, che foro di numero di centotrenta cavaleri, et ogn’uno di quelli portavano in mano la sua torcia allumata; et all’ultimo venia S.E. ancora con la sua torcia in mano, et alla spalla ci era il principi di Trabia, et all’altra D. Cesaro di Aragona preturi; et appresso veniano li iurati, et ad ogni iurato ci andava alla spalla uno signore titulato. La strata che fici detta cavalcata fu questa: uscio dal Regio palazzo e passao per lo Cassaro e di poi pigliau per Ii Librari e andau a nexeri per la strata deIlo Allauro e passao per davanti della Gancia, per lo piano della Marina, per la strata di San Sebastiano, per la Bandera e per la strata Nova, e sindi ritornao per dentro la menzo Cassaro, con multi diversi sparatini e Iuminarii che si fecero in quella sira, con allegrezza di tutto lo populo. ” Cronaca di un episodio macabro della “meravigliosa giustizia” che ebbe luogo la sera del 3 maggio 1609 nella piazza Marina: ”Due fratelli uno fornaro e l’altro che facia l’officio di sbirro e di mastro di piazza, per avire radugniato monita, per avirci trovato dentro la sua casa e furno, forfici e lima (11), e uno cippo e una scarpa, dove allisciavano la monita. Avendoli pigliato a questi tali il capitanio, e martoriati, confessano. E poi il martedì seguenti martoriaro alla sogira chi aviano chiamato e tinni. E Iu furnaro essendo maritato, la moglie per bona sorte si trovao prena e non si potte martoriari. E finalmente avendoli il capitanio dato lu termino della innocenza, per ordine della Corte capitaniali e di S.E. Ii condannaro a morti. La iustizia fu in questo modo. A ore 22 usciro delle pubblici carceri alla nuda sopra dui carrozzi, con Ii mano attaccati darreri, tinagliandosi (12), e avanti due che si frustavano, e altri sei che andavano in galera, andandoli convertendo dui padri del Collegio con Ii crocifissi in mano e altri quatretti. La iustizia pigliao per Sancto Sebastiano, e andao a nesciri all’Argenteria per la Loggia et alli Librara per davanti San Francisco per la strata di Ottavio di Juliana e andao a nesciri alla Fera Vecchia …”

——

  • storico e letterato (1550-1627);
  • Matteo Florimi (Florimj, Fiorino, Florini) editore e stampatore attivo a Siena ove è deceduto nel 1615;
  • Stampatore (1560-1620) attivo a Roma;
  • Erano i sellai che fabbricavano selle e finimenti altamente elaborati per cavalli e carrozze di clienti facoltosi;
  • Nella prima metà del XVI secolo, pare che l’uso degli strumenti a corda fosse diffusissimo in Palermo, addirittura pare che esistesse una accademia dei liutai che aveva sede nel Palazzo Castiglione (poi Palazzo Ugo in piazza Bologna);
  • Stagnari;
  • Fabbricanti di “juppuni”: casacche di velluto scuro con grandi tasche ancora in uso dai contadini siciliani;
  • Letterato e diarista del XVI secolo:
  • Nobile, letterato e diarista (1552-1629), autore di varie opere. Ebbe molti incarichi di grande prestigio. Completò il Diario di Palermo iniziato dal Palmerino:
  • Filippo III di Asburgo:
  • Secondo il Dizionario Siciliano di Vincenzo Mortillaro, (3^ edizione, 1831) “radugnare” significa “togliere qualcosa da una estremità, rimpicciolire”, pertanto avendo rinvenuto come corpi di reato “forfici e lima” si presume che i predetti due fratelli tagliassero o limassero le monete per ricavare pezzetti di metallo prezioso, anche con l’ausilio della “scarpa” che, sempre secondo il Mortillaro, oltre a indicare un calzare, potrebbe riferirsi ad uno strumento ricurvo di ferro che serviva per evitare che i carri e le carrozze accelerassero la loro corsa nelle strade in discesa;
  • Torturandoli con le tenaglie.

*(Lions Club Milano Galleria (108 Ib-4)

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il nostro sito web utilizza i cookie per assicurarti la migliore esperienza di navigazione. Per maggiori informazioni sui cookie e su come controllarne l abilitazione sul browser accedi alla nostra Cookie Policy.

Cookie Policy