AMORI MORTALI

(Irina Tuzzolino)

Tutte le volte che ascolto  la notizia di una donna sfigurata o uccisa dall’uomo che ha amato provo sgomento per lo stato di  inferiorità in cui è stata costretta. Ripenso il lungo percorso  di conquista  della parità giuridica con gli uomini,  le alte prove date  di intelligenza e forza di carattere. E questo non ha salvato le vittime. Probabilmente in loro ancora c’era ancora  considerazione per l’altro  tanto da concedere un incontro  per chiarire e  ribadire  la decisione di troncare il legame.  Di solito, come dicono gli psichiatri, la violenza omicida si scatena quando l’uomo, lasciato dalla donna, chiede con tono supplichevole un ultimo incontro nel quale si propone di  dichiarare tutto l’amore che prova per lei e rinnovare il legame come se niente fosse accaduto. Di fronte al nuovo rifiuto allora l’uomo mette in atto il progetto di morte, spinto dal suo narcisismo e dall’impossibilità di gestire le proprie emozioni, soprattutto quelle lo vedono perdente. Tale estrema violenza però, come dicono gli esperti, è spesso preannunziata da azioni che hanno tutta l’apparenza di affettuose attenzioni  per gli abiti che la donna indossa, per i suoi contati con altri uomini, per  il suo telefonino. E la  donna innamorata anche di fronte a vere e proprie invadenze ha la  capacità di sopportare, minimizzare, sperare in un cambiamento. E quando  mette a fuoco lo stato di violenza nel quale si trova a vivere, troncando il legame e denunciando l’uomo, non sempre  riesce a salvarsi,  perché l’assassino riesce a ghermirla prima. Si sa dalle cronache che alcune  delle vittime avevano sporto denunzia nei confronti degli assassini, ma nei loro confronti non era stato preso tempestivamente alcun provvedimento. Così giungono numerose attraverso i media le  notizie di femminicidi. Espressione bruttissima, che però ha incontrato il favore dei più e domina incontrastata. Informazione, tempestività nel prendere provvedimenti da parte dell’autorità, educazione ai sentimenti possono costituire una soluzione. Per questo occorre una sinergia tra le varie agenzie di formazione e di tutela del cittadino. Ma soprattutto  che le donne  acquisiscano una vista più acuta e critica nei confronti dell’uomo che hanno di fronte.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il nostro sito web utilizza i cookie per assicurarti la migliore esperienza di navigazione. Per maggiori informazioni sui cookie e su come controllarne l abilitazione sul browser accedi alla nostra Cookie Policy.

Cookie Policy