TEMPO, SPAZIO, MODERNITA’

La ferrovia e l’orario dei treni hanno contribuito nell’Ottocento a definire il territorio degli stati. Un  testo di riferimento è stato il romanzo di Jules Verne Il giro del mondo in ottanta giorni, pubblicato nel 1873. Il protagonista Phileas Fogg compie il giro del mondo lasciandosi  guidare  dall’orario ferroviario, intento sempre a scegliere il tragitto più corto e conveniente, coordinando sempre tempo e spazio. Phileas Fogg era infatti uno di quegli uomini matematicamente precisi che non hanno mai fretta e si trovano sempre pronti, parchi di parole e di movimenti. Seguendo in ogni caso la via più corta, non faceva un passo soverchio. Non sprecava mai uno sguardo in aria; non si permetteva un gesto superfluo. Commozione e turbamento, non sapeva che fossero. Era l’uomo meno frettoloso di questo mondo: però arrivava sempre in tempo. Viveva solo, e per così dire al di fuori di qualunque cerchia sociale, per la semplice ragione che nella vita di contatto con il prossimo non si può far a meno di incontrare attriti, e siccome gli attriti fanno indugiare, è consigliabile perciò evitare ogni contatto. Il personaggio segna scrupolosamente luoghi ed orari  su un taccuino:

«Lasciato Londra, mercoledì 2 ottobre, ore 8 e 45, sera.

«Arrivo a Parigi, giovedì 3 ottobre, ore 7 e 20, mattino.

«Lasciato Parigi, ore 8 e 40, mattino.

«Arrivo, per il Moncenisio, a Torino, venerdì 4 ottobre, ore 6 e 35, mattino.

«Lasciato Torino, venerdì, ore 7 e 20 mattino.

«Arrivo a Brindisi, sabato 5 ottobre, ore 4 pomeriggio.

«Imbarco sul “Mongolia”, sabato, ore 5 sera.

«Arrivo a Suez, mercoledì 9 ottobre, ore 11, mattina.

«Totale ore impiegate: 158 e 112, equivalenti a giorni 6 e mezzo».

Questa coordinazione ha generato la modernità e l’idea di uno stato che funziona come la ferrovia con una direzione unitaria che va da una periferia verso un centro, superando le difficoltà naturali del terreno, costruendo ponti e gallerie, riducendolo a “ estensione” astratta. La globalizzazione attuale va nella direzione opposta e scardina il concetto di tempo e spazio a cui ci eravamo abituati, in nome della discontinuità.

 

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