BESTIE DI SCENA DI EMMA DANTE

(Gabriella Maggio)

                         Foto ©Masiar Pasquali

Dal 12 al 21 ottobre il Teatro Biondo di Palermo ripropone Bestie di scena  di Emma Dante, della passata stagione , rinviata per l’infortunio di un attore. L’opera è stata prodotta dal Piccolo di Milano-Teatro d’Europa, Atto Unico –Compagnia Sud Costa Occidentale, Teatro Biondo di Palermo, Festival d’Avignon. Il programma di sala contiene una nota di Emma Dante che fornisce una linea di lettura dell’opera  e della sua genesi, presentandola come ideata e non scritta. Togliendo il testo restano però gli attori che, non dando vita ad un personaggio, sono preda dei loro impulsi e inizialmente provano vergogna.  Bestie ammaestrate, prone ai comandi che vengono da dietro le quinte e nello stesso tempo sono illuse della propria libertà. E si comprende che questo non accade soltanto sul palcoscenico, ma è un aspetto della condizione umana. Ma progressivamente si liberano dai condizionamenti e si accettano per quello che sono : semplicemente nudi, ritornati ad una primordiale  libertà . Da questo probabilmente il titolo dell’opera. La Dante ci propone il grado zero del teatro, l’afasia,  dopo gli ultimi drammi pirandelliani a partire dagli anni ’20 ed il teatro dell’assurdo di S. Beckett. Gli attori si muovono in maniera compulsiva sul palcoscenico, prima vestiti, poi nudi. La nudità non è esibizione, né ha lo scopo di stupire lo spettatore “benpensante”, ma ha un valore simbolico che trascende la fisicità. È un altrove che  chiama  in scena lo spettatore stesso, spinto a confrontarsi con quella nudità innocente e disarmata. De nobis fabula narratur. Dall’illusione scenica ancora alla realtà. Bestie in scena  crea una  intertestualità complessa con le opere precedenti della Dante e con la storia del teatro, di cui coglie e rappresenta l’universalità. Tutti bravi gli attori. Efficaci la scena  vuota inquadrata da quinte nere  della stessa Dante e le luci espressioniste di Cristian Zucaro.

 

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