L’ECCEZIONALE GIULIO EINAUDI

(Antonella Grandinelli)

A destra  Giulio Einaudi

Negli anni Venti Giulio Einaudi ( 1912-1999) frequenta  a Torino il liceo-ginnasio Massimo d’Azeglio, dove è allievo dell’ intellettuale antifascista Augusto Monti. Fa parte di una ‘confraternita’ di ex allievi – composta da Cesare Pavese, Leone Ginzburg, Norberto Bobbio, Massimo Mila, Fernanda Pivano, Vittorio Foa, Franco Antonicelli e altri – che era solita riunirsi con il professor Monti al caffè Rattazzi e nelle case dell’uno o dell’altro, per discutere di politica, filosofia e letteratura. Nel 1933 fonda l’omonima casa editrice, chiamando a sé gli amici antifascisti e indirizza i suoi  interessi editoriali  verso la cultura estera e la divulgazione di temi estranei al regime. Ama il lavoro di gruppo, perciò ogni sua  scelta matura in appassionate discussioni con i suoi amici-collaboratori. Nelle successive  tradizionali riunioni del mercoledì con arte attizza i contrasti per provocare benefici e proficui scatti delle intelligenze. Si può dire che sia il  “rabdomante” dei libri e delle persone. Si  dedica con cura particolare anche  alla fattura dei libri: la carta, la legatura, le copertine  e anche la grafica, per la quale sarà all’avanguardia grazie alla collaborazione di maestri come Bruno Munari, Albe Steiner e Max Huber. Giulio Einaudi ha molto influenzato ed indirizzato la cultura italiana così come Benedetto Croce. Dopo gli anni Settanta, inizia il periodo di crisi. Nel dicembre ’83 a causa di dissesti finanziari arriva  l’amministrazione controllata; poi la transizione verso una nuova struttura societaria. Giulio Einaudi rimane presidente, ma la sua casa editrice passa sotto il controllo di Intracom; dal ’94 sarà Mondadori a controllare il 70% delle quote societarie.

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