IDOMENEO DI MOZART AL MASSIMO DI PALERMO

(Gabriella Maggio)

(ph Rosellina Garbo)

Dopo circa quarant’anni è tornato  in scena  18 aprile  2019 al Teatro Massimo di Palermo l’ Idomeneo di W.A. Mozart, su libretto di Giambattista Varesco, nell’ allestimento del Teatro delle Muse di Ancona. La rappresentazione ha riscosso grande consenso di applausi presso un pubblico solitamente freddo se non si tratta di Verdi, Puccini, Rossini. Il successo dello spettacolo è stato determinato dall’armonia tra le sue varie parti. Le omogenee note di bel canto proposte dai cantanti ben calati nei rispettivi ruoli : Idomeneo René Barbera,  Idamante Aya Wakizono,  Ilia Carmela Remigio,  Elettra Eleonora Buratto, Arbace Giovanni Sala, Gran sacerdote di Nettuno Carlos Natale, La voce Renzo Ran ; e dal Coro del Teatro Massimo, diretto dal maestro Piero Monti. E ancora  le scene e i costumi ispirati al mondo antico di Pier Luigi Pizzi, regista dello spettacolo insieme a Massimo Gasparon, regista collaboratore e light designer. A questa euritmia  si univano con elegante coerenza i movimenti scenici curati da Deda Cristina Colonna e  l’esecuzione dell’Orchestra del Teatro Massimo diretta dal giovane maestro israeliano Daniel Cohen. L’azione si svolge a Creta dove fa ritorno da Troia il re Idomeneo, che durante un naufragio ha  promesso a Nettuno di sacrificare il primo uomo che incontrerà a terra. Incontra per primo il figlio Idamante, che ha regnato mentre il padre è stato lontano,  di lui si sono innamorate Elettra, figlia di Agamennone e Ilia, figlia di Priamo, prigioniere nella reggia. Ilia scioglie l’intreccio  offrendosi di morire al posto dell’amato, ma  la sua generosità basta a  sciogliere il voto di Idomeneo e avviare al lieto fine e al matrimonio con Idamante. Idomeneo è  un’opera che prevede, nella stesura originaria di Monaco, ora riproposta al Massimo, tre soprani nei ruoli di Ilia, Elettra e Idamante, ed è unica nel repertorio mozartiano come dice il direttore d’orchestra Daniel Cohen : scritta da Mozart all’età di 25 anni, è la somma di tutte le sollecitazioni musicali che l’autore aveva raccolto nei suoi viaggi, con un modo assai moderno di usare l’orchestra. Il regista Pier Luigi Pizzi ha sottolineato  il nitore classico dell’opera  alternando i colori nero e bianco, viola e rosso; i primi segnano il passaggio da una condizione di lutto a una di gioia, i secondi alludono a passioni non risolte quali gelosia e rimorso, che caratterizzano Elettra e Idomeneo. Ben in evidenza e articolato risulta il conflitto padre-figlio. L’opera composta nel 1781, è stata la preferita dal genio di Salisburgo, sebbene  abbia avuto  una complessa vicenda testuale, dovuta alla prolissità del libretto,  documentata  dalle lettere che Mozart e suo padre si scambiarono tra l’8 dicembre 1780 e il 22 gennaio 1781. L’Idomeneo  fu  commissionato a Mozart dal principe elettore Carlo Teodoro di Baviera nel 1780, per rappresentarlo in forma privata nella Residenza di Monaco di Baviera nella stagione di carnevale dell’anno successivo.

 

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