ANDREA CAMILLERI

(Gabriella Maggio)

Lo scrittore Andrea Camilleri è morto ieri 17 luglio a Roma all’età di 93 anni dopo una lunga malattia. Regista e sceneggiatore, diventa famoso come scrittore nel ’94 con “La forma dell’acqua“ romanzo che inizia la fortunata serie del Commissario Montalbano. Nel 2011 vince il Premio Campiello con “L’odore della notte”. Autore di grande successo, negli ultimi anni ha assunto il ruolo e l’atteggiamento del saggio che esprime liberamente il suo pensiero, protetto dal successo editoriale ormai più che assicurato, sostenuto anche dalla serie televisiva, e dall’età molto avanzata. Il Commissario Montalbano, ben interpretato da Luca Zingaretti, ha avuto ed ha un grande successo di pubblico perché rappresenta e rassicura l’uomo medio. Ne ha i difetti fisici e morali le paure e i desideri, il gusto della buona tavola. Il lettore /spettatore vi si rispecchia interamente, senza riserve. Per tutto questo Camilleri è stato un vero autore popolare e come tale non ha posto al suo lettore domande scomode, ma soltanto quelle che trovano risposta nel buon senso comune o in una battuta veloce e sul momento calzante. Quella stessa che l’autore ha dato  nelle sue molte interviste, che in queste ore si alternano sui media, presentandocene un ritratto a tutto tondo, da santino come si conviene in un Paese che ha bisogno di santi. Anche la lingua mescidata tra italiano parlato e dialetto siciliano, usata in quasi tutta la sua amplissima produzione narrativa, è un continuo ammiccare   al lettore  che  ne diventa complice accettando le sfide linguistiche che lo invitano a dedurre direttamente il senso di un termine dialettale attraverso una semplice operazione di opposizione di significato. Si tratta di un italiano sicilianizzato, in cui s’innesta talvolta in alcuni personaggi il procedimento contrario di italianizzare il siciliano. Il senso su cui si fonda la scrittura di Camilleri è l’udito più che la vista e questo consente un più compiuto e spiccato effetto di realtà. Secondo il dettato di Gadamer: «ogni incontro con le cose è di natura linguistica».

 

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