SIGMUND FREUD

(Gabriella Maggio)

Il 23 settembre 1939 ad Hampstead nel Regno Unito moriva Sigmund Freud a 83 anni. Vi si era trasferito nel ’38 da Vienna, dove il nazismo gli aveva reso insostenibile la vita. Dal diario personale emerge che già presagiva con orrore l’imminenza della guerra. Da tempo malato di cancro alla bocca, venne accompagnato alla morte dal dottor Schur, che, come avevano convenuto qualche tempo prima, gli iniettò 2 centimetri di morfina. Oggi si parla poco di Freud. La psicoanalisi ha continuato il suo cammino al di là delle frontiere battute dal viennese, sviluppando sue originarie intuizioni o tracciando vie radicalmente innovative con l’apporto delle neuroscienze, che comunque secondo alcuni non vengono a capo della complessità della nostra esperienza del mondo. In ogni caso Freud ha segnato il secolo scorso come scrisse Thomas Mann in occasione del suo ottantesimo compleanno in una lettera pubblica, firmata da numerosi intellettuali tra cui Virginia Woolf, consegnata a Freud il 6 maggio 1936: ” I risultati del suo lavoro hanno ampliato il campo della ricerca, e lo stimolo che ha dato al pensiero creativo ha fatto sì che anche i suoi avversari divenissero suoi debitori. Gli anni a venire potranno ricostruire o limitare questa o quella conclusione, ma le sue domande non saranno mai taciute, né le sue conquiste oscurate in modo permanente. Le idee che formulò   e i termini che coniò sono diventati parte della nostra vita quotidiana, e in ogni campo del sapere….non possiamo immaginare il mondo intellettuale di oggi senza il suo lavoro…”. Credo che queste parole possano essere condivise per ricordare Sigmund Freud.

 

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