GIANSENISMO E MOLINISMO

(Francesco Paolo Rivera *)

Effettuando una ricerca, nell’intento di scrivere un articolo sul pensiero e sulla produzione degli studiosi, degli storici, dei letterati e dei poeti palermitani del settecento ho incontrato due nuovi “… ismi”: il “Giansenismo e il Molinismo”. Ma non “nuovi” perché correnti filosofiche nate o sviluppate in Sicilia in quell’epoca, ma perché si tratta di due “profonde” correnti di pensiero cristiano delle quali non credo che molti ne abbiano sentito parlare (se non tra i cultori delle scienze filosofiche), … anche quando si studiava a scuola la storia della filosofia … forse perché entrambi tali correnti erano in “odore”  di eresia!E, visto, che al tempo degli studi scolastici non fu oggetto di alcuna attenzione forse vale la pena curiosare, molto sommariamente, su questi due “…ismi” … anche perché pare che si sia recentemente riaperto, tra gli studiosi, il dibattito tra onniscienza divina e libertà umana … e, chissà, se qualcuno dei lettori incuriositi ma soprattutto più portati all’indagine filosofica o che ne sappia più degli altri, possa interessarsi o addirittura illustrarci tali teorie; … con un linguaggio più alla portata dei comuni mortali … insomma, il guanto di sfida è stato lanciato … vedremo da chi sarà raccolto! Entrambi le due correnti filosofiche, alle quali accenno (… con il dovuto rispetto …) convissero, nel medesimo periodo storico, entrambe nell’ambito della Chiesa cattolica e spesso in conflitto tra loro … o, forse è meglio dire, in conflitto tra  gesuiti e domenicani (i quali nel loro dibattito sulla predestinazione si trovarono molto vicine alle tesi di Lutero e di Calvino). Il giansenismo viene definito una corrente di pensiero teologico, politico ecclesiastico sviluppatasi, sul testo “Augustinus” di Giansenio (Cornelio Jansen, professore di Sacra Scrittura dell’Università di Lovanio: 1585-1638) che trattava il rapporto tra grazia e libero arbitrio: l’uomo è indotto al male dalla propria concupiscenza e può arrivare alla propria salvezza soltanto con l’intervento della grazia divina, che viene concessa da Dio soltanto a coloro che sono stati da Lui, all’uopo, “predestinati”. Giansenio nella sua opera (postuma) criticò le teorie dei Pelagiani e dei Semi-Pelagiani (1) , affermando che l’uomo, dopo il peccato originale, non può far altro che peccare, e che la grazia divina è assolutamente necessaria per fare il bene, se Dio dona la grazia, l’amore di Dio trionfa; in pratica l’uomo. essendo libero, può decidere di peccare o meno, non occorre necessariamente dipendenza da Dio per ottenere la salvezza, egli è nato libero per volontà divina e, alla fine della sua vita, sarà Dio a premiare o a punire l’uso che l’uomo ha fatto della propria libertà. Luis de Molina (1536/1600)) (da cui deriva il termine “Molinismo”) teologo gesuita spagnolo, da una disputa sorta all’Università di Salamanca, intorno al 1582, studiò il rapporto tra la libertà umana e la scienza, la Predestinazione e la grazia di Dio. Spiegò la infallibilità della grazia mediante la previsione divina del futuro consenso della volontà umana all’aiuto della grazia stessa, per cui distinse una “grazia sufficiente” che mette la volontà dell’uomo nella condizione di scegliere l’azione salvifica, e una “grazia efficiente” mediante la quale l’uomo mette in atto tale opera facendo uso del suo libero arbitrio. Tali teorie furono, nel tempo, lentamente accantonate, fintanto che negli anni 70-80 del secolo scorso ritornarono nuovamente in discussione, come teologia dell’apertura e teismo del libero arbitrio, nell’ambito del confronto del cristianesimo protestante evangelico e post-evangelico. Il dibattito sulla questione della compatibilità tra onniscienza divisa e libertà umana, è ritornato ad essere oggetto di vivace dibattito specie tra filosofi americani (tra i quali Alfred J. Freddoso – 1946 – e Alvin Plantinga – 1932 -) secondo la nuova teoria filosofica teologica “open theism” (2), che ha generato la più significativa controversia sulla dottrina di Dio nel pensiero evangelico. Mentre le diverse versioni del teismo tradizionale raffigurano la conoscenza di Dio del futuro, come una traiettoria fissa, il teismo aperto la considera come una pluralità di possibilità di ramificazioni, con alcune possibilità che si risolvono man mano che il tempo avanza. Secondo la teologia “open theism” “poiché Dio e gli umani sono liberi, la conoscenza di Dio è dinamica e la provvidenza di Dio flessibile”. “Il carattere più fondamentale di Dio – secondo gli Open Theist – è l’amore, caratteristica – questa – immutabile”. Prima di chiudere queste brevissime note, ritengo opportuno ricordare (o portare a conoscenza di chi non ne era informato) che  il teologo giansenista italiano, Pietro Tamburini (1727-1827) docente presso l’Università di Pavia, fu “catechista” in casa di Alessandro Manzoni, che lo scrittore e presbitero genovese Eustachio Degola (1761-1826), importante figura del giansenismo italiano, fu assistente spirituale della prima moglie del Manzoni, Enrichetta Blondel e fu l’artefice della conversione della stessa da calvinista a cattolica e che, nelle sue opere il Manzoni, fu influenzato appunto da tale pensiero filosofico.

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*Lions Club Milano Galleria – matr. 434120

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  • il Pelagianesimo (dal monaco britannico Pelagio – V° secolo d.C.) è la teoria secondo la quale il peccato originale fu solo di Adamo e non dei suoi discendenti, il ruolo di Gesù è stato quello di dare il buon esempio per la espiazione dei propri peccati, quindi l’uomo ha la facoltà, a mezzo della propria volontà, di obbedire al Vangelo, di pentirsi e di emendarsi dei propri peccati. Il Semi Pelagianesimo (formulato da Giovanni Cassiano di Marsiglia, Vincenzo di Lerino e altri monaci della Francia meridionale – V° Secolo d.C.) è la teoria secondo la quale l’uomo, ai fini della propria salvezza, può avvicinarsi a Dio senza l’aiuto della grazia divina, grazia che subentrerà in un secondo tempo.
  • il “open theism”(teismo aperto) riguarda la esistenza di un’unica divinità, è la dottrina monoteista che riguarda la natura della divinità e il rapporto tra quest’ultima e l’universo.

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