QUANDO IL MARE SAPEVA DI PECCATO…

(Santi Gnoffo*)

Mondello

Se nel Medio Evo a Palermo si sguazzava nei bagni, dal XVII secolo in poi, per motivi etico-religiosi, si perse quest’abitudine. All’inizio dell’800, furono fatte alcune ordinanze prefettizie che regolavano l’uso dei “bagni di mare” al fine di tutelare la pubblica decenza. Era proibito, ad esempio, fare il bagno lungo la “passeggiata alla Marina”, meta giornaliera di tanti palermitani. Denudarsi parzialmente e lavarsi, fu considerato un peccato.  A partire dalla seconda metà dell’800, l’Amministrazione palermitana incominciò a bonificare gran parte della costa prospiciente la Città. Poco dopo furono realizzati i primi stabilimenti balneari. Grazie alle nuove concezioni igienico-sanitarie, s’incominciarono a frequentare le terme ed i bagni di acqua marina, credendo fossero un buon rimedio contro alcune patologie del corpo. Furono gli aristocratici a lanciare questa nuova esperienza.  Già nel 1875, c’erano stabilimenti balneari a Sant’Erasmo, al Sammuzzo (Piazza Tredici Vittime) a d Santa Lucia (Piano dell’Ucciardone). Lungo la costa che da Palermo conduceva a Messina, il primo stabilimento balneare che si incontrava, era il “Risorgimento Italiano”, vicino alla Colonnella (Ospedale Buccheri La Ferla). Questo stabilimento, accoglieva solo donne, o coniugi;  come reclamizzava un calendario del 1899  era fornito di <acqua di Scillato».  Oltrepassando la Colonnella, sorgeva lo Stabilimento Trieste-Virzì (1896) e lo Stabilimento Delizia-Petrucci (1900).  Agli inizi del ‘900, alcuni stabilimenti pubblici, si fregiavano di insegne che si ricollegavano alla medicina. All’Acquasanta primeggiava lo Stabilimento Idroterapeutico dei “Fratelli Pandolfo“, dove scaturiva un’acqua purgativa che riscaldata, serviva anche per le abluzioni (lavaggio del corpo o di una sua parte). Sul luogo, lungo l’arenile antistante la piazza, accanto alla cosiddetta Peschiera Reale, c’era anche  lo stabilimento di bagni di Vincenzo Tramontana, che, impiantato nel 1882, funzionava stagionalmente. Un vaporetto ed una linea di tram elettrico, collegavano Palermo alla borgata.  In Vicolo Paternò, c’era il “ Bagno di Nettuno “, in Via Quattro Aprile (Kalsa) “Alla Stella“ e già nel 1902 c’erano persino i “bagni di luce elettrica“. Incominciò allora ad essere di moda il bagno a mare. Nella Contrada denominata “Sperone”, nel 1928 sorsero lo stabilimento “Bagni della Salute” e poco dopo quello gestito da Vito Bajamonte e lo Stabilimento balneare “Savoja” di Bernardo Rizzo. Anche alla Bandita, di fronte alla Vetreria Caruso, dal 1926 sorsero piccole strutture balneari, realizzate da Francesco Ermini.  Nella zona di Acqua dei Corsari, nel 1928 si ebbe la prima struttura grazie a un’istanza presentata dal sacerdote Vincenzo Palermo ed a partire dal 1930, sorse anche lo Stabilimento “Santa Rita”. Nel 1951, sul luogo, sorsero il “Lido Olimpo” e lo Stabilimento Bagni Italia.  Nella Via del Borgo s’impiantò lo stabilimento di legno dei Fratelli Messina. Anche davanti allo specchio d’acqua di Porta Felice ne sorse uno, probabilmente il più chic, frequentato da nobili e borghesi. Gli stabilimenti balneari dell’epoca, non assomigliavano minimamente a quelli odierni. Differente era il modo di vivere, si era superato il pregiudizio della peccaminosità dei bagni ma rimaneva ancora il pudore e la ritrosia delle anziane di casa. Si crearono quindi i reparti maschili e quelli femminili, i costumi avevano la fattezza delle sottane da notte. Altro che ammirare le forme! C’era anche l’usanza che le donne s’immergessero nel mare dentro uno stanzino chiuso da ogni lato sino ad un metro sotto il pelo dell’acqua. Ogni stabilimento aveva il cosiddetto “salone“, formato da un grande specchio d’acqua coperto e buio, delimitato sui quattro lati dagli stanzini. La divisione dei sessi era rigorosissima. Il bagno quindi, era considerato una vera cura. Lo stabilimento dell’Acquasanta, fu quello che in breve tempo diventò il più famoso. In un quotidiano del 1924 si leggeva: <Sotto la strada, sull’arena del lido, si costruisce d’estate un ottimo stabilimento balneare, frequentato da molte famiglie della borghesia, e viene gestito accanto un discreto Restaurant. Le acque sono buone, sebbene traversate qua e là da qualche corrente d’acqua fredda dolce>. Dopo qualche anno, lo sviluppo della spiaggia di Mondello, fece scomparire gli stabilimenti che si trovavano “sul mare della città“. Rimasero soltanto quelli di Romagnolo e dell’Acquasanta ma in seguito anche questi scomparvero. Oggi il mare, per fortuna, non sa più di peccato…

(*Palermo: Leggende, Misteri, Piaceri)

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il nostro sito web utilizza i cookie per assicurarti la migliore esperienza di navigazione. Per maggiori informazioni sui cookie e su come controllarne l abilitazione sul browser accedi alla nostra Cookie Policy.

Cookie Policy