BIANCHE COLOMBE DORMIENTI

Dal Muro alla Bundesrepublik Deutschland

(Carmelo Fucarino)

All’aerea porta di Brandeburgo

superba di alaci cavalli

grondavano sgomento

nel silenzio meridiano

le aiuole fiorite

del rosso dei fucili.

Bianche colombe dormienti

nella tema di nessuno

ridevano forte

delle mani tese all’uomo

che taglia il cuore con un muro.

E ti volgevi

all.’Unter den Linden

brulicante indifferenza

ai tigli stormenti

segrete lacrime agli assenti.

 

E tu tremi

al leone che incede

nella processione di Babilonia,

ruggente alla porta di Mileto,

scintilla che crea

folgore che sublima,

e porti la spada e f incendio

il sangue ambrosia

per secoli di follia.

 

Taglia il cielo

Ia baionetta che passa sul muro,

le finestre murate di bianco.

Berlin, t4/VIII/t978

 

Allora, appena uscito dal Pergamonmuseum, sullo Sprea, abbagliato dallo splendore della porta di Ishtar di Babilonia e stupito dalla maestosità e immensità dell’altare a Zeus di Pergamo, là, al limite della frescura delle fronde dei tigli nel Unter den Linden, mi trovai davanti all’ampio spazio di terra di nessuno e un filo spinato, la Berlino spezzata in due. E così in mezzo vidi con gli occhi velati di pianto, BIANCHE COLOMBE DORMIENTI (Carmelo Fucarino, Città e ancora città, edizioni Il vertice, Palermo, 1983).

Oggi quel crollo dello steccato è assunto a simbolo di fratellanza fra i popoli di ogni razza e colore..

Trump così commemora la caduta del Muro 29.03.2019 – 12:24): « The Cold War has long since passed, but tyrannical regimes around the world continue to employ the oppressive tactics of Soviet-style totalitarianism, which have cast a long, dark shadow over history… Let the fate of the Berlin Wall be a lesson to oppressive regimes and rulers everywhere:  No Iron Curtain can ever contain the iron will of a people resolved to be free. ». (La Guerra fredda sia finita da tempo, regimi tirannici nel mondo continuano a usare tattiche repressive del totalitarismo di stile sovietico, che hanno gettato un’ombra lunga e scura sulla storia» e aggiunge «quanto accaduto sia di lezione per i regimi ed i governanti oppressivi in tutto il mondo: nessuna Cortina di ferro può contenere la volontà di ferro di un popolo determinato a essere libero  (https://www.whitehouse.gov/briefings-statements/presidential-message-commemorating-30th-anniversary-fall-berlin-wall/) Così aveva detto il 9/11/2019 la Cancelliera Angela Merkel nella Cappella della conciliazione di Berlino: «Nessun muro è indistruttibile e oggi non abbiamo più scuse per non difendere libertà e democrazia». «Il muro di Berlino appartiene alla storia e ci insegna che nessun muro che escluda le persone e limiti la libertà è troppo largo o alto da non poter essere abbattuto», Poi: «I valori sui quali si fonda l’Europa, la libertà, la democrazia, l’uguaglianza, lo stato di diritto, il rispetto dei diritti dell’uomo devono essere costantemente difesi, I valori sui quali si fonda l’Europa, la libertà, la democrazia, l’uguaglianza, lo stato di diritto, il rispetto dei diritti dell’uomo devono essere costantemente difesi». Aveva donato ai frati del Sacro Convento una porzione del muro di Berlino. Il frammento è stato dipinto dall’artista Shek, tra i primi a realizzare i graffiti sul muro di Berlino. La cancelliera si trova ad Assisi in occasione della consegna della Lampada della pace al re di Giordania, Abdullah II.

Note storiche

Nella Conferenza di Potsdam (agosto 1945) le potenze vincitrici, URSS, USA, Regno unito e Francia divisero la  Germania in quattro zone di occupazione militare, formalmente sotto il governo di un Consiglio di Controllo Alleato. Berlino, situata nel settore sovietico, fu divisa pure in quattro aree. L’accordo prevedeva un piano di decentralizzazione dello Stato come singola entità economica e dipartimenti amministrativi centrali. Seguì il piano Marshall per risollevare l’economia e si propose l’introduzione del marco che tuttavia i sovietici non concordarono e uscirono dal blocco nel marzo 1948. Così iniziò la “guerra fredda” che ebbe come primo atto la chiusura dei confini sovietici di Berlino e per undici mesi la creazione di un ponte aereo. E da allora il mondo fu diviso in due blocchi che si contesero per decenni l’egemonia globale, fra frontiere doganali e guerre condotte da parte di terzi, prima fra tutte la guerra di Corea che ancora erge un muro fra due popoli. Il 23 maggio 1949 Usa, Gran Bretagna e Francia cedettero la sovranità alla neo formazione della Bundesrepublik Deutschland, a loro alleata, e socia in seguito al Patto Atlantico e alla  Nato e infine membro della Comunità economica europea. Da parte avversa l’URSS li seguì il 7 ottobre 1949 con la cessione della sovranità alla Deutsche Demokratische Republik (sigla DDR) che entrerà a far parte del Patto di Varsavia (maggio 1955). Da allora le due Germanie vissero secondo le direttive dei due gruppi e nelle rispettive zone di influenza, economica e militare. Si giunse nel 1961 all’erezione del Muro, chiamato con iperbole la Cortina di ferro. Queste tensioni tra Germania Est e Germania Ovest furono ridotte negli anni Settanta dal cancelliere occidentale Willy Brandt con la sua Ostpolitik. Fino a quel fatidico 9 novembre 1989 e le picconate al Muro. Senza guerra e spargimento di sangue la DDR confluiva e si unificava con la Bundesrepublik Deutschland, regolamentata dalla parte occidentale con i dieci punti di Helmut Kohl. Come avvenne un tempo con la nostra unità di Italia, si trattò in effetti di una annessione da parte della Germania occidentale, con l’estensione all’altra parte della propria Costituzione, delle proprie leggi e istituti economici e militari. Pertanto, riottenuta la sovranità a partire dal 1949, i due stati tedeschi ebbero imposte alcune importanti limitazioni, che in parte sarebbero rimaste formalmente in vigore fino al trattato del 1990. A fronte di questa sostanziale interruzione, d’altro canto, vi furono anche aspetti di continuità nell’amministrazione: in particolare i comuni continuarono a funzionare ininterrottamente e le prime elezioni amministrative ebbero luogo nel 1946. Bisogna però dire che la caduta, diciamo le picconate contro il muro in diretta televisiva, furono il simbolo di una profonda e plateale manifestazione popolare e la celebrazione di questa breccia assume oggi e lo fu allora un atto simbolico, tanto che continuano a donarsi e commercializzarsi pezzi probabili di muro. In effetti mentre giunsero a una definizione le questioni interne, il 13 ottobre 1990, le Quattro Potenze – si badi gli alleati della seconda guerra mondiale: Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Unione Sovietica – assieme ai due stati tedeschi (“Due-più-Quattro”)  alla Conferenza “Cieli Aperti” di Ottawa, negoziarono in una serie di incontri (Bonn, Berlino, Parigi e Mosca da maggio fino a settembre) la fine dei diritti riservati alle Quattro Potenze per Berlino e l’intera Germania. . L’unione politica formale fu eseguita tecnicamente – non senza critiche – tramite l’articolo 23 della costituzione della Repubblica Federale di Germania, come l’annessione da parte della Germania Ovest dei cinque Länder orientali appena ripristinati. Il 2 dicembre 1990 si tennero le prime elezioni della Germania unita che mantenne il nome della Germania che in effetti, come il nostro Regno d’Italia avvenne per semplice conquista, diciamo annessione, e mantenne l’antico nome di Bundesrepublik Deutschland, utilizzò il suo Deutsche Mark e il suo sistema legale e le istituzioni vennero estese a Est. Berlino fu formalmente la capitale, ma le istituzioni politiche rimasero momentaneamente a Bonn. La decisione del Bundestag di trasferirsi a Berlino perdurò fino al 1999, con l’insediamento  del Bundestag nel ricostruito Reichstag.

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