AFFRONTIAMO LA PAURA
Irina Tuzzolino
La paura ha, come tutte le emozioni, un’utilità per l’uomo, essa infatti lo mette in guardia dai pericoli che incontra. Di fronte a un pericolo infatti il nostro corpo produce un ormone, l’ adrenalina, che induce cambiamenti fisici e mentali e che ci prepara all’azione: fuggire o rimanere immobile. Se guardiamo indietro ai nostri antenati riusciamo a capire il valore adattivo di questa emozione, la paura li ha protetti da animali selvaggi o da vicini ostili. Ma oggi il Covid 19 sembra precipitarci in un tunnel. Se abbiamo imparato a riconoscere una malattia contagiosa dai suoi sintomi , siamo spiazzati dal Covid a causa dei numerosi asintomatici. Ma la paura si può affrontare e gestire. Lo fanno tutti gli esseri viventi come emerge dagli studi dell’etologo Daniel T. Blumstein docente presso l’Università della California. L’azione invisibile del Covid ci spinge a prendere decisioni in un contesto molto incerto per cui dobbiamo valutare il rischio quotidianamente e in situazioni inaspettate e legate a differenti contesti. L’auspicio di Blumstein è quello di imparare a calibrare la paura, cercando di mantenere un equilibrio tra il troppo e il poco. Chi agisce in modo spericolato moltiplica le occasioni di pericolo e le probabilità di morte, ma anche chi si lascia sopraffare dalla paura rischia perché si espone all’isolamento o a uno stress eccessivo. La cautela nello stare all’erta aiuta quindi ad assumere comportamenti adattivi. La paura rappresenta anche per gli uomini una difficile prova evolutiva, ma possiamo affrontarla se riflettiamo sul fatto che discendiamo da progenitori che hanno avuto successo nella valutazione dei rischi e che ci hanno tramandato gli strumenti per affrontare la nostra fragilità biologica, di cui non dobbiamo mai dimenticarci.