LESSICO DANTESCO

Gabriella Maggio

W. Dyce, Francesca da Rimini

AMOR

Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona. (Inferno V, 103)

Per un momento talvolta  si  può  dare voce all’interpretazione romantica del passo di Francesca da Rimini , rileggendolo alla maniera di un grande poeta, Ugo Foscolo. In questa ottica è una sublime storia d’amore di fronte alla quale l’Inferno stesso sembra sparire. Restano  nella fantasia del lettore  sentimentale  solo Paolo e Francesca, con il loro grande amore: la parola-chiave “amor” viene scandita impressivamente per tre volte, con forte anafora, all’inizio di tre terzine (vv. 100-106). L’interpretazione corretta del passo va contestualizzata all’interno del sistema di valori morali sotteso alla Divina Commedia.

 

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