AMARE, DESIDERARE, AFFERRARE

La spoliazione del Partenone

Daniela Crispo

Pausania  il periegeta  nel   II secolo  d.C. visita Atene e così  descrive il Partenone: «Entrando nel tempio, che chiamano Partenone tutto ciò che è scolpito  sul così detto timpano, riguarda la nascita di Minerva, e quello, che è nel timpano posteriore rappresenta la contesa fra la Dea e Nettuno per l’Attica. La statua della Dea nel tempio è di oro ed avorio e sta in posizione eretta, vestita di una tunica che le scende fino ai piedi. Sulla testa indossa un elmo elaborato, con al centro una sfinge e grifoni su entrambi i lati, la sua corazza ha invece come emblema centrale la faccia e i riccioli serpentiformi (lavorati in avorio) di una delle sue celebri vittime. Era la gorgone Medusa.» ( Pausania, Periegesi della Grecia, I, 24,5) La storia del Partenone è  lunga e complicata, costruito nel V secolo a. C. come tempio di Atena viene trasformato in chiesa cristiana nel periodo bizantino, poi in moschea e successivamente in polveriera dai Turchi. Nel 1687 la Repubblica di Venezia  manda una spedizione guidata da Francesco Morosini per conquistare Atene e con un colpo di mortaio distrugge la cella del tempio. L’apprezzamento per l’arte greca si diffonde in Europa  alla fine del ‘700 sostenuto dalla circolazione di stampe ed incisioni, dagli scavi archeologici e dal formarsi della corrente culturale del Neoclassicismo. Lo scozzese Thomas Bruce conte di Elgin e Kincardine nel 1799 diviene ambasciatore del re d’Inghilterra presso l’impero turco, mentre viaggia  alla volta di Istanbul incontra a Messina, tramite  il diplomatico  William Hamilton, appassionato di antichità greco-romane,  il pittore Giovan Battista Lusieri.  Lo assume  con l’intento di appropriarsi col suo aiuto, delle  sculture  del Partenone  da tempo abbandonato. Ciò che spinge  Bruce è la volontà di  migliorare il gusto inglese  e distinguersi col possesso di pezzi unici di una civiltà passata che esercita sui contemporanei un enorme fascino.  Lusieri risponde in pieno e con zelo alle aspettative del conte. Oltre ai reperti degli scavi il conte  sottrae al Partenone di marmi, rilievi, statue  e metope nell’indifferenza o nella corruzione del governo turco. Ma sia Lusieri che il conte sono  convinti di operare bene perché tra quei tesori i giannizzeri si esercitano al tiro a segno. Questi reperti successivamente sono stati venduti al British Museum. Sarà l’archeologo francese Salomon Reinach  a   usare  i tre verbi in climax  ascendente : amare , desiderare, afferrare   per   descrivere  la passione che   spingeva    gli inglesi  a depredare  i siti archeologici.

 

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